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KUSO regia di Flying Lotus

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  30/12/2017 14:05:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il titolo è a dir poco indicativo, basta tradurre dal giapponese la parola kuso e non sarà difficile capire l'essenza estrema di questo lavoro, che fa del disgusto e dell'aberrazione il suo cavallo di battaglia.
E' un'accozzaglia di video messi insieme in maniera piuttosto pretestuosa da Steven Ellison, aka Flying Lotus, ovvero musicista piuttosto apprezzato in ambito jazz-rap-elettronico qui al suo debutto cinematografico ambientato in un futuro alternativo e distopico in cui, a seguito di un terremoto violentissimo, la popolazione di Los Angeles sembra essere stata trasportata in dimensioni deliranti, subendo metamorfosi fisiche riscontrabili nelle pustole che ricoprono viso e corpi dei protagonisti, sprofondati nel più assoluto caos sociale dal quale poter estrarre un senso compiuto è impresa improba.
Come detto si veleggia pesantemente dalle parti del weird, con una forte propensione all'umorismo grottesco e macabro, insistendo su situazioni in cui feci e fluidi corporei fungono da comune denominatore. Non mancano tuttavia momenti in cui l'aderenza di Lotus ad una sorta di videoarte estrema ed anarchica trova sfogo coraggioso nell'infischiarsene delle regole eleggendo l'antitesi cinematografica come direttiva imperante.
Purtroppo l'incoerenza regna sovrana e la critica sociale -sempre esista- appare piuttosto ardua da cogliere in quello che sembra più un lavoro mirato allo shock visivo che alla riflessione costruttiva. Eccellente la colonna sonora, con siparietto autoreferenziale dello stesso regista ad introdurre la pellicola.
Momenti clou: il brufolo amante del sesso orale, i due "fattoni" con televisore al posto del viso e pelliccia alla Sulley di "Monster & Co.", e tutta la sequenza della clinica, consigliabile a chi vanta buona resistenza dinnanzi immagini e temi di natura scatologica.