Peanuts02 9 / 10 02/01/2018 20:21:45 » Rispondi La Pixar propone in questo 2017 (ormai diventato 2018, ma vabbé) ben due film: un modestissimo Cars 3 e questo Coco. Un titolo che mi ispirava reazioni contrastanti, che però si sono tutte amalgamate in un senso di meraviglia incredibile. Si resta veramente rapiti dal Messico e dalla sua esotica magia, si entra subito nel clima che permea la famiglia di Miguel e poi veniamo spinti con sapienza verso la vera storia, e se ne resta totalmente abbagliati! Un film sulla passione non è affatto una cosa nuova, specie nell'animazione, così come sono tantissimi i film sul valore della famiglia, ma questo "Coco" riesce a cogliere queste morali e a trasmetterle con una delicatezza un calore e una sensibilità uniche nel loro genere. Tecnicamente il film è veramente ottimo, ma stiamo pur sempre parlando della Pixar! Quando ci troviamo in Messico si possono godere i colori e i ritmi e soprattutto il foto-realismo della grafica. I capelli e la pelle sembrano quasi tangibili, e soprattutto ho ritenuto sbalorditivo il lavoro fatto per Mamà Coco e le sue infinite rughe! Però è nel mondo delle anime che il film mostra tutte le sue potenzialità stilistiche. La metropoli verticale è un organismo vivo e quasi un personaggio a sé stante, in cui anche il più piccolo petalo è messo al posto giusto senza lasciare nulla al caso. La fotografia calda si sposa ottimamente al tono del mondo dei morti come ci viene presentato, ma soprattutto ogni scheletro è unico nel suo concept. Riesci a distinguere ogni personaggio dalla sua andatura, dal suo vestiario e dalla forma del suo teschio, il che è un vero successo visto che si tratta di caratteri privi di tratti somatici! Ma perché la città si può definire un personaggio effettivo? Perché è la città a contenere il massimo messaggio della pellicola: la morte. Nessuno in tutto il film parla della morte come una cosa negativa, ma invece si esalta l'importanza del ricordare, perché è nel ricordo che si continua ad esistere e per ottenere ciò bisogna impedire che i tuoi cari ti dimentichino. E poi il secondo messaggio per importanza: l'inseguire i propri sogni. Il messaggio non è nulla di nuovo, ripeto, ma è reso in un modo tanto originale che è splendido vedere come possa essere recepito dal pubblico. E la musica rende vivo il film, non aggiungo nulla. Le tinte messicane colorano il paese di Miguel, e poi la splendida canzone "Ricordami" trasmette un significato diverso in ogni momento che viene cantata. Per concludere, vorrei aggiungere che i femministi adoreranno la società matriarcale che ci espone la famiglia del protagonista, una famiglia retta da figure femminili amorevoli ma severe, ed è proprio una di queste figure ad essere la chiave del film, una chiave che apre talmente tanti lucchetti da meritare il titolo della storia! Per concludere, si tratta di un prodotto assolutamente imperdibile, per grandi e piccoli. Tutti possono imparare qualcosa da Coco e dalla sua sensibilità!
Ecco, vorrei fare una piccola digressione sulla mia esperienza cinematografica. Prima del film c'è stato il corto di venti minuti su Frozen e Olaf. Non dirò nulla in merito sul film, visto che è stato già detto tutto. E' carino, i bambini lo adoreranno, i fan di Frozen lo apprezzeranno, ma è veramente troppo lungo per un corto. Praticamente un mediometraggio! Perciò quando inizia il film vero e proprio ti senti un tantino estraniato di fronte alle musiche messicane subito dopo aver ascoltato i canti di natale di Olaf! E quando ho visto la campana che veniva innalzata su Anna ed Elsa, per un attimo ho sadicamente pensato che sarebbe potuta cadere e spappolare le due malcapitate! Poi, inizia il film e vedo che fine fa Ernesto! Penso che sia stata un po' pensata la questione campana, non vorrei fare il complottista ma per me non è una teoria da gettare subito!