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IL VILLAGGIO DEI DANNATI (1960) regia di Wolf Rilla

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Peanuts02     9 / 10  24/11/2017 22:38:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ALLERTA SPOILERS NELLA RECENSIONE

icona oltre che film di culto, vedo che purtroppo se ne parla sempre di meno, mentre per me resta uno di quei film che anche a quasi 60 di distanza non ha perso affatto smalto e riesce ancora ad inquietare profondamente lo spettatore.
La prima parte del film presenta un ritmo piuttosto lento (ricordando che la pellicola dura sui 70-80 minuti), ma alla fine ci si rende conto che si tratta di una mezz'ora di preparazione delle pedine e dello scenario. Sappiamo che siamo in un paesino di campagna un po' isolato, sappiamo chi è Gordon Zellaby, sappiamo chi sono gli altri personaggi legati al sopracitato, e sappiamo cosa dà il via alle vicende: un inizio classico ma ben studiato e strutturato.
La seconda parte, di gran lunga più incalzante, riguarda gli inquietantissimi bambini dai capelli bianchi e lo sguardo impassibile. I giovani attori si sono dimostrati veramente straordinari, soprattutto perché nel panorama horrorifico i bambini sono "celebri" per risultare odiosi dal primo fotogramma, mentre qui sono come delle calamite che ti ghiacciano tenendoti incollato alla sedia. In netto contrasto con la fantascienza legata a mostri grotteschi e pittoreschi troviamo volti candidi ed immacolati che però celano un'evidente forza oscura. La serietà con cui si rivolgono agli adulti, la loro freddezza calcolatrice e i loro occhi che si illuminano sono oramai un'icona dell'horror vecchio stile. Riguardo agli occhi, sono di certo l'unico effetto speciale "fantascientifico" presente nel film, e ricordando che all'epoca questi effetti si ottenevano dipingendo direttamente la pellicola, non mi sento di considerarlo un B-Movie. Semplicemente il budget dà l'aria di non essere alle stelle, ma speso benissimo negli attori giusti e nella storia giusta.
Parlando della sceneggiatura, Stirling Silliphant svolge un lavoro incredibile nel lo gestire i tempi e le scene di tensione, trasformando quindi il film in un thriller in piena regola. Inizialmente i bambini operano in modo ambiguo ed indiretto, passando poi con metodi più cruenti: passiamo da ustioni con i fornelli, ad incidenti automobilistici, a fucilate sotto al mento e infine all'auto-piromania.
Il climax finale è probabilmente uno dei migliori che si siano visti, e in quella scena sudi insieme ad un ottimo George Sanders che sa di avere i secondi contati.
Analizzandolo, si potrebbe parlare del film sotto tantissimi aspetti, ma in linea generale il film è una critica-riflessione al tema della freddezza del progresso contro l'ingenuità degli uomini comuni, oppure un'omologazione alla quale non ci si può opporre... Svariante quanto interessanti chiavi di lettura.
Per concludere, si tratta di un film senza dubbio di pregevole fattura, che batte su tutta la linea interi schieramenti di horror moderni, rivelandosi un prodotto destinato ad inquietare e a tendere come corde di chitarra i nervi di generazioni di spettatori.
Veramente un prodotto da non farsi mancare.