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CROCODILE regia di Kim Ki-Duk

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elio91     7½ / 10  18/05/2011 17:30:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancora rozzo per quanto con le idee ben definite Kim Ki Duk in questo suo primo lavoro cinematografico in cui si nota prima di tutto un aderenza al realismo più crudo capace nello stesso tempo di andare a collimare con una liricità profonda e sentita anche se solo a sprazzi,i più importanti.

Se Crocodile colpisce lo fa per come ci vengono spiattellate in faccia violenze brutali e l'essere profondamente disgustoso del suo protagonista,Coccodrillo appunto,un nome che delinea tutto il suo essere e,di conseguenza,il senso ultimo della pellicola.
Crocodile perché come l'animale il protagonista è un uomo disgustoso e viscido,pieno di scaglie dure che lo ricoprono esteriormente senza permetterci di vedere la vera scorza che lo ricopre e che risolve con i bassi istinti tutto ciò che ha a che fare con la vita: tratta con brutalità la sua "famiglia" composta da un bambino orfano e un vecchio vagabondo,con cattivi insegnamenti al primo e ingratitudine crescente al secondo,che pure sembrano in qualche modo affezionati a lui o perlomeno lo sopportano entro i limiti. Con le donne e in particolare con quella che determinerà il corso del suo destino l'unico rapporto che può avere è la violenza carnale. E così vediamo la sua vita inizialmente senza troppi fronzoli: abita infatti sotto un ponte dedito ai suicidi da dove raccoglie i soldi delle vittime,si arrangia guadagnando con furfanterie varie e ricatti.
Facile essere contro di lui,uomo squallido e cattivo; eppure questa cattiveria viene via via ammorbidita dal regista fino a quel finale particolare in cui ancora una volta si trova la vetta del film in termini di emozione.
Quindi il mondo dei vagabondi e dei reietti è mostrato in una luce tutt'altro che romantica o pietistica,anzi cruda e in alcuni frangenti esageratamente violenta,ed è particolare in questo senso vedere l'esaltazione di quel mondo subacqueo in cui dimora la calma e in cui Crocodile si trova quasi nel suo habitat naturale; una contrapposizione che fa pensare perché lì si crea il proprio rifugio segreto che solo alla fine dividerà con qualcuno (eternamente) e sott'acqua è placido,tranquillo e pacifico così come nel mondo di tutti i giorni irrazionale,violento e brutale. I momenti più emozionanti del film sono affidati proprio al mondo subacqueo.
Per il resto Kim Ki Duk non è equilibrato né ancora maturo nello stile,eppure anche questo suo primo lavoro è intensamente suo ed esprime tutta la sua poetica,si sente con forza sulla pelle.