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CHIAMAMI COL TUO NOME regia di Luca Guadagnino

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Thorondir     7 / 10  18/10/2022 14:02:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Romanzo di formazione, scoperta di se stessi, approcci con le delusioni sentimentali, esplorazione sessuale. Ma anche spaccato sulla famiglia culturalmente avanzata degli anni '80, multiculturalismo, omosessualità. Nel film di Guadagnino (e di Ivory, sceneggiatura decisamente centrale) c'è tanto. Quello che si evidenzia fin da subito è che in questo lungometraggio Guadagnino conferma le sue qualità registiche: non solo quelle di una splendida messa in quadro con una ricerca della fotografia congeniale ai momenti e agli ambienti, ma anche raffinate scelte tecnico/stilistiche (il piano sequenza intorno al monumento dei caduti con alternanza vicinanza/lontananza dei personaggi ad esprimere i momenti del dialogo, così come il primo piano in fuoco e il secondo sfocato nelle scene della prima parte del film in cui i due protagonisti iniziano a conoscersi). È insomma un film che dal punto di vista registico Gudagnino domina dall'inizio alla fine. Dove invece non convince è proprio nelle sceneggiatura, pur premiata agli Academy: non perchè il film sia scritto male, ma perchè la seconda parte, quella dell'approccio sessuale e delle effusioni, si dilunga in una dinamica che non evolve e che finisce per buttare via screentime nel reiterare scene che non servono più ai fini del racconto. Tanto la prima parte è raffinata nel dipingere due mondi che si incontrano in un mondo altrettanto "multipolare", tanto la seconda si fossilizza su un racconto di amore omosessuale che diventa unilaterale e soprattutto sempre meno interessante. Ciò detto il film funziona ottimamente come racconto di vita, anche lacerante (il finale) nonostante qualche stereotipo forse evitabile (la famiglia di cultura alta, borghese, aperta, lui professore, lei francese che legge in tedesco o l'americano sempre e comunque risoluto, statuario, sicuro di se).