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CUBE ZERO regia di Ernie Barbarash

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glagscows     10 / 10  17/11/2010 00:12:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Difficilmente nella vita, ho avuto la fortuna di trovarmi innanzi ad un capolavoro filmografico qual per l'appunto risulta essere questo Cube Zero.
Guardando diverso tempo fa infatti il capostipide della superba e, nello stesso tempo, contorta trilogia The Cube, tra me e me dissi: " non ci sarà altro film o sequel, che possa eguagliarlo " .
Il senso di profonda ed angosciante realtà claustrofobica che Il Cubo riusciva a trasmettere, unita a delle tematiche minanti a scavare dentro il più profondo io dell'indole umana tanto da lasciar lo spettatore impotente (a tratti disturbando fortemente la sua mentale sanità) innanzi le vicissitudini a dir poco surreali cui i protagonisti del film erano costretti a vivere e sperimentare sulla loro pelle, mi fece erroneamente credere come un simile capolavoro mai sarebbe stato eguagliato da altra pellicola cinematografica....
Fortunatamente però sulla terra non siamo proprio in pochi ed ecco che, dal nulla, appare quasi prepotente la figura di Ernie Barbarash il quale, quasi dal nulla, riesce a risollevare l'interesse circa il significato di un film che il suo disastroso sequel (Hypercube) aveva fatto precipitare nell'oblio.
Il Cubo 3, o, per meglio dire, The Cube Zero, è sicuramente un qualcosa che non ti aspetti, e che di fatto incrementa non di poco il totale senso di sconvolgimento che il primo film della trilogia aveva già suscitato nella mente del fragile spettatore il quale, spesso e volentieri, vuol volutamente non riflettere sul reale ed angosciante significato della mente umana, del proprio io interiore, del significato del perchè di tali azioni....
Come descrivere dunque tale immenso capolavoro. Potremmo cominciare con il dire che, se il primo film della trilogia (Il Cubo) lasciava molto spazio alla più disparata nonchè libera interpretazione di cosa potesse esserci dietro una tale disumana, sadica macchina di morte (l'immenso cubo per intenderci), in quest'ultimo capitolo capiamo finalmente, senza alcun orma di dubbio, di come dietro tutto questo non ci siano alieni o divinità sovrumane, ma bensì la maestosa ed impressionante " malvagità " della mente umana che confini non conosce e non si pone.
Rispetto al capostipide il film infatti definisce fin da subito chi vi sia dietro questa immensa macchina di morte, proponendo altresì alla spettatore l'unica, possibile soluzione per sfuggire ad una simile barbaria: La morte, auspicata ma non concessa come libera scelta alternativa ad un angosciante sofferenza cubica che ad una più violenta e straziante morte i personaggi del film porta.
Rimangono tuttavia irrisolti alcuni aspetti interessanti del film:



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Spero di non essermi dilungato troppo od esser risultato monotono nella stesura di questo mio poema, ma vi garantisco che il film merita, e meriterà negli anni a seguire.

Semplicemente fantastico.