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THE PLACE regia di Paolo Genovese

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olikarin     7½ / 10  05/03/2018 03:58:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film non spicca certo per innovative scelte di regia: essa è semplicemente finalizzata ad accompagnare la narrazione. Ciò che emerge è l'introspezione, la volontà del regista di far riflettere su quella che è la natura umana. Cosa siamo disposti a fare per essere felici? Qual è il limite da non oltrepassare? Quanto conta la morale? Sebbene il film sia corale c'è un protagonista, interpretato da Valerio Mastandrea. Non sappiamo chi sia, non ha neppure un nome, su di lui aleggia un'aura misteriosa. Nonostante per molti questo sia un difetto,per me non lo è:semplicemente dev'essere così, è un personaggio strumentale, non ci è dato conoscere la sua identità, i suoi sogni, i suoi problemi né ci interessa qualcosa al riguardo. Non è questo il punto: suo unico fine all'interno dell'universo diegetico è aiutare i vari personaggi a conoscere se stessi e capire quale strada prendere e, per farlo, li mette alla prova assegnando loro un compito da svolgere, spesso contrario ai loro principi, senza nessuna costrizione, ma dando loro l'opportunità di prendere in considerazione una delle tante soluzioni possibili. "The Place" si può definire "moralistico" fino a un certo punto perché, se la maggior parte dei personaggi sceglie quella che nella nostra società è considerata la "retta via", c'è chi sceglie l'altra. Ma non conta solo la decisione finale, così sarebbe troppo semplicistico: le difficoltà e il percorso che conducono alla scelta ultima devono essere tenuti in considerazione.

"The Place" non grida al capolavoro ma è sicuramente un buon film che offre spunti di riflessione significativi. Una particolare nota di merito va ad Alessandro Borghi, in un ruolo piuttosto complesso. Il regista, dopo "Perfetti Sconosciuti" nuovamente ambienta una vicenda all'interno di un'unica location, distaccandosene in rari momenti:un bar, la cui inquadratura ricorre spesso, sempre identica. Questo luogo, da cui il titolo della pellicola, è una sorta di coprotagonista, è lo spazio in cui si snoda la trama principale, quella che vediamo sullo schermo. L'altra vicenda è quella che non ci viene mostrata con le immagini ma viene raccontata attraverso le parole, i ragionamenti, i dubbi, i sensi di colpa e le emozioni dei personaggi; quello che non è reso esplicito, beh, è sottinteso, non ci resta che immaginarlo, ed è anche qui che sta la bellezza del film..