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BORG MCENROE regia di Janus Metz Pedersen

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marcogiannelli     7 / 10  07/04/2020 14:06:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Borg McEnroe è un titolo che rimanda a due atleti, due tennisti. E' un titolo in cui compaiono questi due nomi, e non ci sono dubbi che tutta la pellicola orbiti sulla figura di questi due campioni.
Due figure complesse, sfaccettate, due esseri umani prima che atleti, soprattutto due esseri umani particolarmente problematici.
Vediamo (con un montaggio alternato) due linee temporali: una è l'infanzia dei, l'altra è il torneo del 1980 di Wimbledon.
Borg è povero e troverà in un allenatore la spinta per diventare un Iceman, un uomo che non dimostra alcun tipo di emozione, che riesce a tenere tutto dentro di sé. La realtà, però, è che tutto ciò che sembra metodico è solo ossessione, Bjorn viaggia su un filo sottile dei suoi nervi che potrebbe rompersi da un momento all'altro. E il 1980 è il momento in cui raggiungerà la tensione massima prima di perdere la bussola e ritirarsi giovanissimo. Con 5 Wimbledon, con 11 Slam, ma con una carriera che aveva ancora tanto da dare. E cadrà nel buco della cocaina, in un tunnel che ci è stato solo parzialmente raccontato.
McEnroe è super irascibile. Non è "The next big thing" come piace dire agli americani. Per lui il 1980 rappresenta l'inizio della maturità, il momento in cui capì che sarebbe diventato un campione, l'atleta del circuito ATP con più titoli.
Seppure la produzione sia scandinava, non parteggia mai per lo svedese, ma ne fa vedere i lati negativi come per l'americano. Sicuramente è un biopic con una forte tensione, un match molto caricato.
La rappresentazione della finale è realizzata come non avevo mai visto in un film sul tennis. Registicamente è qui che vediamo il lavoro maggiore, in cui anche a livello di montaggio si alternano scene riprese da più punti per uno stesso punto.
Shia Labeouf è un ottima scelta anche per i parallelismi tra lui e il suo personaggio: due figure controverse e molto tormentate, due testa calde che hanno una loro visione della propria strada.
Mi sento di dire poco sull'interprete di Borg, che ha una parte che già di suo è iper algida.
Tutto sommato, un buon film.