Alpagueur 6½ / 10 07/10/2020 14:29:39 » Rispondi Un discreto thriller, con buone ambientazioni "montanare" (che ricordano vagamente "I fiumi di porpora" di Kassovitz) e recitazioni non trascendentali ma accettabili, il plot però per me è stato un deja-vù (leggere sotto lo spoiler), finale commovente con quella sonata dolcissima (e triste allo stesso tempo) per pianoforte accompagnata poi alla fine dai violini, che fanno da cornice alla scena chiave del film, abbastanza drammatica. Dialoghi abbastanza forzati, troppo "teatrali" (soprattutto da parte degli agenti di polizia e di Vogel, scandiscono eccessivamente le parole, per dare risalto al contenuto delle frasi)
L'idea di base, cioè una serie di delitti inspiegabili e pretestuosi che serve solo a mascherare l'unico delitto per il quale l'omicida possiede un vero movente, riecheggia "Lo strano vizio della signora Wardh" (1971) di Sergio Martino, o se vogliamo un po' anche "Una farfalla con le ali insanguinate" (1971) di Duccio Tessari, dove un copycat usa lo stesso modus operandi del primo vero assassino per farlo scarcerare con uno scopo ben preciso. Alla fine del film, lo psichiatra Flores va in garage a rivedere le 6 ciocche dei capelli rossi, custodite gelosamente nel cofanetto, l'ultima delle quali di Katya Hillmann (ovviamente non quella di Anna Lou, che era stata uccisa dal professor Martini), poi ha un flashback del suo primo infarto in riva al lago, mentre stava catturando una delle sue trote arcobaleno, quando cade improvvisamente per terra sentendo come un crampo al braccio sinistro, e una volta per terra mentre stava morendo vede una ragazza dai capelli rossi accanto a lui che boccheggiava, al posto della trota, in tutta probabilità era una ragazza di cui si era innamorato ai tempi della scuola o che comunque per lui era importante (nella stanza da letto c'era una grande fotografia di un gruppo di ragazzi), escludo fosse la moglie; questo avvenimento poteva rappresentare il trauma scatenante che lo aveva spinto a iniziare ad uccidere ragazze con i capelli rossi e lentigginose, un tentativo forse per esorcizzare quell'infarto. Resta il dubbio su come abbia fatto Martini a nascondere così bene il cadavere di Anna Lou in modo che nessuno lo avrebbe mai più ritrovato, e come abbia potuto contare così tanto sul fatto che Vogel avrebbe composto quel numero di telefono prima di andarsene. Insomma si è fidato troppo del suo antagonista, questo rende la sua pianificazione meno robusta e attendibile. Dal punto del visto della componente "gialla" questo è un buco di sceneggiatura. In una scena l'avvocato dice a Martini che il mutilatore aveva ottenuto si un lauto risarcimento, ma a quale prezzo? (4 anni di prigione, un ictus, la perdita di tutti gli amici etc.) A Martini è andata peggio (è stato ucciso). Anche questo avrebbe dovuto mettere in preventivo nella pianificazione del suo risarcimento, una rappresaglia personale... La moglie di Martini a un certo punto, a letto, gli dice "perchè sei un brav'uomo"... però un brav'uomo che uccide una ragazzina di 16 anni (senza farla soffrire tanto, ma sempre la uccide)