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LOVING VINCENT regia di Dorota Kobiela, Hugh Welchman

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  07/02/2018 10:17:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tele dipinte a mano e tecnica del rotoscoping si fondono in questo sorprendente biopic anticonvenzionale in cui sui celebra l'arte del grande Vincent Van Gogh, facendo prendere vita autonoma ai personaggi nati dal genio del pittore, inserendoli, ovviamente, in paesaggi sempre tratti da suoi quadri.
Idea ammirevole messa al servizio di un racconto in cui si gioca a ricostruire le ultime settimane di vita dell'artista, fantasticando sulla possibilità di una morte ben diversa da quella tramandataci.
Ad indagare lo scavezzacollo Armand Roulin il quale, dapprima scettico sul reale talento del defunto, si appassiona sempre più alla vicenda e, incaricato dal padre di consegnare l'ultima lettera spedita da Vincent al fratello Theo scopre, nel piccolo paese di Auvers sur Oise, una comunità non sempre ben disposta a sopportare il bizzarro carattere di quell'olandese dai capelli rossi, tipo eccentrico e umorale, il cui suicidio alimenta sospetti dettati da piccoli particolari non collimanti e da differenti testimonianze.
Emerge inoltre un provincialismo meschino, con ipocrisia e subdola gentilezza a garantire la debita distanza da un fattaccio così scomodo.
La scelta stilistica è davvero ammirevole (basti pensare certosino di un team di più di 120 disegnatori), sicuramente a livello narrativo ogni tanto si nota qualche affanno ma nel complesso l'opera anglo/polacca del duo Welchmann/Kobiela riesce a catturare l'attenzione e a non scadere mai nell'ovvietà, restituendo i tormenti di un genio i cui demoni personali resteranno (probabilmente per sempre) un mistero irrisolto.