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LET ME MAKE YOU A MARTYR regia di Corey Asraf, John Swab

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  19/10/2017 08:49:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dramma dall'impronta filosofeggiante inserito in un contesto sociale marcio di matrice sudista, all'interno del quale si muove Drew, deciso a mettere a posto i conti con un padre putativo reo di avergli rovinato la vita. Ambientazioni degradate fanno da sfondo a svariati personaggi border line, tessere di un mosaico in perpetuo divenire strutturato attraverso una sceneggiatura cervellotica in cui è basilare seguire con attenzione ogni snodo.
"Let me make you a martyr" è film arzigogolato edificato su diversi piani temporali. Chi pensa ad un pulp violento si sbaglia di grosso, i morti ammazzati non mancano ma restano tutti fuori campo. La coppia Asraf/Swab predilige concentrarsi su dialoghi di carattere esistenziale e religioso non sempre trascinanti, a volte si scade nella retorica più becera, anche se a tratti esce fuori qualcosa di interessante. Il ritmo è quindi ondivago quanto il contenuto verboso, ovviamente legato alla qualità delle riflessioni messe in campo. La sbandata clamorosa arriva quando da un atteggiamento palesemente nichilista si passa al barlume di speranza buono per fanatici della messa domenicale.
Splendide note blues accompagnano con sapienza i momenti più intensi della pellicola, davvero intrigante quando in scena entrano Mark Boone Jr (corpulento boss della mala) e, più a sorpresa, Marylin Manson, totalmente a suo agio nei panni di un grottesco killer dai modi glaciali.
I registi azzeccano molte cose ma su altre lasciano perplessi, anche l'insistenza nel voler depistare alla lunga urta un poco. Resta la sensazione che la scelta ricaduta esclusivamente sulla vena intimista renda il film originale ma al tempo stesso ne depotenzi le innegabili virtù.