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IN THE CROSSWIND regia di Martti Helde

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  28/09/2017 10:43:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono le lettere scritte da Erna all'amatissimo marito Heldur a testimoniare la deportazione ordinata da Stalin nel 1941 ai danni di numerosissimi cittadini baltici, segregati in campi di lavoro e costretti in condizioni disumane. "Risttuules" è dedicato alla vittime (circa 600.000, soprattutto bambini e donne falcidiati da inedia e gelo) del cosiddetto olocausto sovietico, messo in scena dal giovane regista estone Martti Helde il quale, oltre ad affidarsi ad un bianco e nero a dir poco lugubre e suggestivo, lascia che il racconto si dipani attraverso quadri viventi, immagini statiche, quasi dei presepi dell'orrore in cui la mdp si muove esplorativa e virtuosa nello spazio, andando a cogliere con minuzia espressioni e particolari, riuscendo a restituire con inattesa efficacia l'immensa dimensione tragica degli avvenimenti.
Solo il prologo (in cui Erna e la sua famiglia vivono felici) e l'epilogo, vengono girati in maniera classica -ovvero con attori in movimento sul set- i dialoghi sono assenti, sostituiti dalla voce narrante dell'angelica protagonista (Laura Petersen), dalla quale vengono estrapolati i ricordi di anni dolorosissimi, in cui la dignità umana viene calpestata e spogliata d'ogni diritto.
Helde si affida ad una forma visiva dalla resa sontuosa e "geometricamente" inattaccabile per restituire la disperazione, la paura, la tristezza; cartoline dell'inferno in cui nega la dinamicità in favore della riflessione, sposando un esercizio di stile da accogliersi con favore in quanto per nulla fine a se stesso ma efficace nel dare ulteriore spessore drammatico ai fatti. L'invito alla contemplazione è evidente, con relativo destabilizzante contrasto tra ammirazione nei confronti dell'immagine e repulsione verso il contenuto.