Ciumi 9 / 10 09/04/2010 18:35:50 » Rispondi Scenografie sbilenche, geometrie asimmetriche e bizzarre, prospettive irregolari, a distanza di quasi un secolo esse mantengono intatta tutta la loro pulsione innovatrice e un'assoluta modernità. Possono ancora queste strutture distorte, queste forme allungate, queste vie labirintiche, questi angoli enormemente "acutizzati", condurci in seno all'angoscia, alla follia, all'inquietudine, al terrore: c'è dietro tutta una teoria di linee oblique e ondulate che andava sviluppandosi già da qualche anno nelle sperimentazioni pittoriche, come per esempio nel famosissimo "Il grido" di Munch.
I costumi e i comportamenti degli attori, al medesimo scopo, si presentano insoliti; mentre i volti si caricano di tratti marcati, che danno loro un'esasperata espressività.
Ma il precorrere i tempi e i gusti de "Il gabinetto del Dr. Caligari" non si limita soltanto al solo discorso visivo. La trama, originale (seppure il sonnambulo del Dr. Caligari un po' ricorda e "anticipa" nello schermo il mostro del Dr. Frankenstein), si basa su continui passaggi e intersecazioni a più livelli, spaziali e temporali, tra i piani del reale e quelli dell'irreale, tra ambienti vissuti e immaginati, tra estensione e introspezione - come in una stanza di specchi deformanti: tutto è ambiguo e straniante, o insano come il sogno maligno di un angosciato.
Il sonnambulo è, assieme, colui che arreca il dolore e colui che lo subisce.
Forse c'è ancora troppa teatralità, un pendere maggiormente verso la dimensione irreale, e in questo unico senso il film poteva ancora essere perfezionabile. Ma delineava già tutti i caratteri dell'espressionismo, di cui non fu solo un precursore in campo cinematografico, ma ne rappresenta ancora oggi – oggi: dopo quasi un secolo! – una delle manifestazioni più affascinanti ed estreme.