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L'INGANNO (2017) regia di Sofia Coppola

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Terry Malloy     3 / 10  21/10/2017 14:05:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho mai amato Sofia Coppola, né ritengo sia una regista, piuttosto una raccomandata che si è inventata uno stile miracolosamente apprezzato da una nicchia di persone che col (suo) cinema gioca a identificarsi, non vedendo i suoi film per quello che sono: ciofeche scritte e girate coi piedi.
Questo film l'ho visto qualche giorno fa e già non me lo ricordo. Non me lo ricordo perché in realtà non ho visto nulla. Ma bastano i primi quindici minuti, analizziamoli:

Opening shot con un albero secolare della durata di cinque minuti. La camera inquadra le fronde. Sotto all'albero, che a questo punto sembra il protagonista del film, si presume ci sia un sentiero maestro, e difatti c'è. Qual è il senso di questa inquadratura? Nessuno, però lo fa Sofia Coppola allora va bene.
Una bambina trova Colin Farrell nei boschi e se lo porta a casa, dove un gruppo di donne non resisterà alla tentazione di scoparselo male. Cosa ci dice questo film? Ho visto The Beguiled di Siegel e ne ho vaghi ricordi, ma so che mi era piaciuto. Allora forse la domanda più appropriata è: qual era il senso di farne un remake? Viviamo, forse, nel periodo di massima crisi del cinema (americano) di sempre, nel decennio più povero esteticamente per la settima arte (cfr. Bandirali-Terrone, "Filosofia delle serie tv", Mimesis). Di certo, se continuiamo a sfornare film inutili le cose non cambieranno e avrò sempre meno voglia di pagare dieci euro per un film, quando un abbonamento Netflix ne costa meno e ho di tutto. Per fortuna ero con una ragazza speciale e non ho perso tempo e soldi.

Altro esempio di non-sense coppoliano: a un certo punto arrivano dei soldati sudisti al cancello. La situazione non crea minimamente suspense, ma va bé era aspettarsi troppo. MA. La scena è funestata da una bambina che esprime a livello diegetico (in forma di domande retoriche che non ottengono puntualmente risposta) tutte le domande che teoricamente dovrebbero rimanere confinate nella mente dello spettatore, la bambina praticamente si sostituisce allo spettatore formulando una serie di domande fastidiosissime e ammazza-tensione del tenore di "Glielo dirà?", "Se ne stanno andando", "Sta tornando indietro", "Non gliel'ha detto!" ecc.. Ma come si fa a scrivere una scena così?!

Due ultime parole sul cast: Nicole Kidman recentemente ha lavorato molto, moltissimo. La sua dedizione alla causa del woman's film contemporaneo è encomiabile. Purtroppo la ragazza accetta acriticamente copioni che se ne aggiungiamo altri due la carriera gliela affossano del tutto. Passi per "Big Little Lies", la serie in cui la Kidman interpreta una donna abusata dal marito. Bellissimo personaggio. Ma poi arriviamo a "Top of the Lake", stagione due, dove la Kidman passa come la donna inscopabile, nevrotica, coi capelli bianchi, magra e secca, insopportabile. Lancio un appello a questa attrice meravigliosa: non perderti dietro ruoli che ritieni culturalmente e politicamente importanti, l'arte è superiore a queste cose. Velo pietoso sulle altre: Kirsten Dunst è tra le mie attrici preferite e ha recitato in cose per me meravigliose (Se mi lasci ti cancello, Spiderman, Melancholia, soprattutto Fargo - seconda stagione), ma fa davvero malissimo vederla imprigionata nel ruolo patetico che le è stato dato.