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DRACULA (1931) regia di Tod Browning

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Dom Cobb     6 / 10  12/03/2018 14:32:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un agente immobiliare inglese viene inviato in Transilvania per concludere l'acquisto di una proprietà a Whitby da parte del misterioso Conte Dracula. Poco tempo dopo l'arrivo del Conte a Londra, strani e inquietanti eventi iniziano a susseguirsi...
In concomitanza con l'arrivo del sonoro inizia per la Universal uno dei periodi più importanti e remunerativi con la realizzazione di una serie di pellicole a carattere orrorifico, pellicole che lasceranno un'impronta indelebile nell'immaginario sia cinematografico che culturale dei decenni seguenti, fino ad oggi. Questo Dracula, basato sull'omonimo romanzo di Bram Stoker e su un adattamento teatrale, è l'apripista della serie, ma a dispetto della sua "importanza" ammetto che, come prodotto di puro intrattenimento, mi ha appassionato davvero poco.
Come era il caso per la versione di Murnau, è ovvio che dal punto di vista di uno spettatore moderno il grado di spavento è bene o male prossimo allo zero, e che ciò che era spaventoso all'epoca oggi non provoca neanche un battito di ciglio. Ma non è questo il vero problema del film, quanto piuttosto una realizzazione nell'insieme poco incisiva e incapace di offrire qualcosa di veramente intrigante. I personaggi sono tutti monodimensionali come delle sottilette e i dialoghi non sono fra i migliori; inoltre, tutta l'impostazione soffre di una costante incertezza nei toni, dove momenti di recitazione sopra le righe, un lascito del periodo muto appena terminato,


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si alterna ad altri più seriosi. Non aiuta inoltre una serie di performance tutte alquanto legnose, mentre la regia di Todd Browning è priva di guizzi. La prova più lampante è il finale, così veloce e sbrigativo da sembrare più un'interruzione che una conclusione.
A salvare la baracca e a renderla un minimo godibile sono due elementi: il primo e senz'altro più iconico è lo stesso Dracula. Bela Lugosi non sarà tutto questo fior d'attore, ma le sue pose e i suoi sguardi mefistofelici si lasciano ricordare a lungo, e la fotografia in bianco e nero è spettrale e gotica al punto giusto, dando al film un look che ricorda, ancora più di Stoker, le nebbiose atmosfere di Edgar Allan Poe. E' grazie a loro se la pellicola gode di alcuni momenti veramente riusciti.


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Alla fin fine, Dracula accusa parecchio il passare degli anni e tradisce il periodo in cui è stato realizzato, ma non è un brutto film in sé per sé: nonostante i suoi limiti, è fatto con competenza e scorre via liscio come l'olio, complice anche la perfetta durata di appena un'ora e un quarto. E in fin dei conti, è facile vedere come abbia potuto radicarsi nella coscienza collettiva del pubblico, sebbene il merito sia tutto in elementi isolati piuttosto che nel prodotto d'insieme.


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