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L'ETA' INQUIETA regia di Bruno Dumont

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kafka62     6½ / 10  18/04/2018 13:35:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella sua opera prima, Bruno Dumont si sforza di personalizzare il più possibile la rappresentazione del disagio giovanile contemporaneo (narrato al cinema già innumerevoli volte) iterando a dismisura le azioni dei suoi personaggi (le corse in motorino, i rapporti sessuali) e dilatando i momenti morti quasi fino alla noia. Quello che ne sortisce è un ritratto onestamente realistico della vita di Freddy e dei suoi amici, in cui la violenza e il razzismo sono l'ineluttabile risultato di un vuoto, morale ma anche materiale (nella provincia del film non c'è proprio niente da fare, a parte suonare nella banda del paese e fare le prove di coraggio nello stile di "Gioventù bruciata") che li opprime con inesorabile definitività. Nel suo andamento piatto e orizzontale, fatto di brevi sequenze non necessariamente legate tra loro da un rapporto di consequenzialità narrativa, il film lascia comunque intravedere una sorta di parabola dostojevskijana, in cui alla disperazione e alla colpa segue (forse) il riscatto. L'assenza di qualsivoglia giudizio moralistico o intento pedagogico da parte del regista è apprezzabile, anche se per dare a "L'età inquieta" (bruttissimo titolo che sostituisce nella edizione italiana l'originale "La vie de Jesus") la patente di capolavoro (troppo generosamente attribuita da tanti premi internazionali) ci sarebbe voluta una maggiore consapevolezza stilistica e – perché no? – qualche arditezza narrativa in più (Pasolini e Kieslowski insegnano), per trascendere poeticamente la scabrosa materia trattata.