maremare 7 / 10 18/01/2006 23:44:04 » Rispondi Un'analisi impietosa e disturbante di un Barry Lyndon della società odierna, caratterizzata dalla totale assenza di valori. Allen rispolvera i temi a lui cari, espressi con maggiore asciuttezza nel bellissimo 'Crimini e misfatti'. In questo caso il film si trascina in maniera prevedibile fino all'ingegnoso colpo di scena finale. Ottima la scelta degli attori, fra cui spicca la divina Scarlett.
andreapau 19/01/2006 14:28:09 » Rispondi secondo te, la società odierna, è veramente priva di valori, o qualunque società odierna di ogni tempo lo è? a parte questa curiosità, potevi sprecarti un pochino di più dato che mancano un po' di illuminanti pareri illustri. non deludermi, lo sai che comunque dai il tuo meglio quando ti spremi. o forse non ti entusiasma il film? giuro che la mia non vuole essere una provocazione sterile.
maremare 20/01/2006 00:15:19 » Rispondi Ciao andrea, sai come sono sintetico quando svogliato.. la società odierna segue il riferimento a Barry Lyndon, che come avrai evinto è una citazione 'ribaltata'. Mi spego meglio, Barry e il tizio del film si assomigliano nella loro qualunquistica scalata sociale, ma mentre Barry è un perdente, il tizio, che sembra tale fino ad un certo punto del film (cioè fino a quando entra in gioco il destino) si trasforma in vincente quando avviene il 'ribaltamento' finale. L'anello della vecchia cade 'dentro': caso o destino? Allen suggerisce che si tratti di pura fortuna. Un discorso molto complesso il suo, che abbraccia la filosofia e, per certi versi, Lacan. In sintesi credo di potere affermare che il destino è connesso alla morale, il caso alla necessità. Da qui la mia affermazione generica e un po' qualunquista sulla società odierna priva di valori (società come prodotto del sistema filosofico-culturale del periodo). Barry Lyndon è fottuto dall'onore (morale), il tizio è fortunato per necessità. Ciao
andreapau 20/01/2006 09:56:38 » Rispondi così ti voglio!vediamo come replicare...innanzitutto mi mancano le basi cinematografiche e genericamente cultural-filosofiche del caso,per cui mi devo affidare a intuito,sensibilità e zucchero filato.il "tizio",a mio avviso non è un perdente(quanto poco ambizioso sono),in quanto è un comune povero diavolo.cio' che lo rende perdente,è il confronto con una soietà piu' agiata che vuole scalare.ma è una scalata sterile,verso l'agiatezza fine a se stessa.perde per strada la sua sensibilità,la sua voglia di cultura,il suo desiderio di bello...e li baratta con il danaro e la schiavitu'da lavoro totalizzante.che senso ha essere ricchi se non si puo' godere delle proprie passioni?intendiamoci,non è disdicevole avere la passione per la caccia o per il lusso e gli agi,ma non erano le SUE passioni.non saprei dire quanto egli sia definibile perdente o vincente,qualunque sia la fine del film.e se invece una redenzione lo avesse reso povero ma felice con la donna dei suoi sogni?l'avremmo definito vincente o perdente?ma allen,non va tanto per il sottile,e schematizza senza troppe sfumature .sembra suggerire l'assoluta vittoria della fortuna,senza se o ma...infatti,il caso o meglio il C.ULO,vuole che il tennista stavolta vinca per quello che tennisticamente sarebbe un punto a sfavore...la palla(anello della vechia),ritorna indietro senza superare la rete(la ringhiera lungo il tamigi),e il raccattapalle(il tossico ucciso),viene beccato con la pallina in tasca(l'anello della vecchia)
84lestat 18/01/2006 23:49:35 » Rispondi Divina è l'aggettivo giusto x la Scarlett... Complimenti!!!
Aliena 18/05/2007 11:27:38 » Rispondi sono indignata! non osare mai più affibiarmi tale aggettivo finchè lo userai per questa donnona insapore (perlomeno in questo film)