albema 7½ / 10 15/01/2006 14:31:10 » Rispondi Lo ammetto: è un film che mi ha turbato parecchio. Chi conosce a fondo Allen sa che molti dei suoi film si svolgono su un sottofondo tragico, mitigato però sempre dalla geniale comicità del regista (Le più belle parole non sono "ti Amo", ma "è Benigno"). Qui le cose cambiano. Dimenticatevi l'ironia e le musiche jazz di sempre. Non c'è spazio. Non può non venire in mente Dostoevskij (più volte citato e fonte d'ispirazione del film), che nel suo più fortunato romanzo fa compiere un efferato delitto ad un malandato studente senza un soldo; qui però il delitto pare ancora più nefasto perché compiuto con una fredda determinazione dettata quasi da un istintivo (e tragico per chi lo compie) sentimento di autoconservazione di cui l’assassino è pienamente cosciente. Può, ci si chiede, un simile delitto restare impunito? Può la sorte beffarsi delle vittime? E' un film che mostra l’accentuarsi di una visione della vita (sarà l’età?) che fa del regista il candidato più vicino ad un futuro capolavoro alla Bergman.
Clotilde 16/01/2006 19:26:10 » Rispondi Leggerò il libro......e Bergman invece? ke ha fatto?