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DUNKIRK regia di Christopher Nolan

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Mauro@Lanari     4½ / 10  06/10/2019 17:44:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nolan senior ricicl'il tema barocco del "memento mori" e della "vanitas", l'esser'umano in mezz'al teschio della mortalità da un lato e alla sabbia della clessidra con l'inesorabile fluire del tempo dall'altro. Il nemico è invisibil'e innominato poiché onnipervasivo, ubiquitario, famigerato, antichissimo: oltre 300mila soldati s'una spiaggia fra la sabbia sott'i piedi e la sabbia di Kronos nell'attes'afona e inerme di venir'imbarcati mentr'il bombardamento aereo li falcidia. L'esercito anglofrancese è inquadrato di schiena, artificio per estender'il significato dal caso particolare alla condizion'universale dell'"ecce homo". Foss'un dipinto, non ci sarebbe nulla d'aggiungere dopo tal'incipit che trasla dalla 1a alla 2a GM il pensiero ungarettiano: "si sta come di primavera 1940 sul bagnasciug'a Dunquerque". Non granché innovativo. Però Nolan è un regista che si cimenta con l'immagine-movimento e colma 106 minuti di filosofemi bislacchi. 3 spazi e 3 tempi: i 4 elementi presocratici sono trattati contro la tradizione biblica (qui è il fuoco ch'assume il ruolo di 4° elemento e un ruolo di distruzione, mentr'in Elia 1Re 19, 11-12 il 4° elemento è per esclusione l'acqua), e i 3 tempi indicano non la gabbia oggettiva delle 3 estensioni cronologiche, bensì un diverso livello di scala per quella bergsoniana percezione soggettiva che caratterizza buona parte della sua filmografia (Adriano Sofri: "I decenni volano, sono certi pomeriggi che non passano mai"). È una peculiarità del nichilismo postmoderno: si viv'il "carpe diem" immanentista ch'annienta svalutandoli tant'il futuro quant'il passato mentre risparmia col suo "presentismo" solo l'"hic et nunc" in cui si colloca l'attuale soggettività. Lo stratagemma delle riprese di spalle è ripetuto coi volti d'alcuni protagonisti nascosti dalla maschera o dal gasolio, il ticchettio dell'orologio è esteso all'intera colonna sonora, ulteriore lampo d'originalità da bergmaniano rubinetto gocciolante. L'illusori'armonia infinita della scala di Shepard è paccottiglia che si sperava caduta nell'oblio dopo la sbornia con l'Hofstadter di "G.E.B." (1979). "Dunkirk" si propone com'un "survival movie" già dalla tagline: ulterior'elemento dell'epoc'a odierna, quello di declassare il desiderio di vivere alla sopravvivenza fin'a se stessa. Transeat sulla madornale contraddizione ch'i 140mila francesi furono subito rimpatriati e moriron'o vennero catturati e deportati tutti di lì a poche settimane. Il budget della pellicola è da blockbuster, 100 milioni di dollari, megl'assicurarsi un epilogo ch'abbandoni le pretese d'autorialità per un diverso tipo di retorica: lo sciovinismo. Dalla denuncia della Grande Mietitrice al manicheo "buoni vs. cattivi".

Mauro Lanari
Filman  06/10/2019 18:14:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alla fine di tutto però il film non parla né di sopravvivenza, né di morte, né di buoni vs cattivi. Eppure ci stavi arrivando vicino al concetto del tempo che non passa mai sulla sabbia di kronos, esattamente come la spiaggia del limbo di Inception o con la colonna sonora ticchettante che a me rimanda solo e soltanto a Interstellar.
Bisogna avere un quadro completo della filmografia di Nolan per capire che il volo significa il viaggio e il mare significa la lontananza da casa. Sin dalla seconda fase della carriera del regista questi non fa altro che parlare del sacrificio che lui fa per la sua famiglia che non vede mai.
Non hai centrato il punto del film. Peccato, ci riproverai con Tenet.
Mauro@Lanari  06/10/2019 20:09:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vacca boia, i Nolan tengono famiglia? Ecchissenefrega no?
Filman  07/10/2019 11:50:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un buon punto di partenza per capire le sue tematiche e la sua poetica. Ma soprattutto è necessario e indispensabile per capire le sue tematiche e la sua poetica.
Mauro@Lanari  07/10/2019 13:25:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mai saputo che la filmografia d'un autore coincidesse con la sua gossippologia. Concordo s'una via di mezzo, m'approdare a un'analisi artistico-testuale collassata sulle beghe personali mi par'eccessivo, riduttivo, un insulto all'autore stesso. Se poi mi provi che i Nolan Bros vogliono proprio questo, comunque non è detto ch'io m'adegui alla loro presunta estetica ombelicale.
Filman  07/10/2019 14:59:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il nome di facciata di Interstellar, che doveva tenere segreto il progetto, era "Flora's Letter". Flora è la figlia di Nolan. Il film parla del padre che deve partire e abbandonare la figlia per un sacrificio che lei non riesce a comprendere.
I figli di Dom Cobb in Inception sono interpretati dai reali figli di Nolan. Il film parla di un padre obbligato stare lontano da casa, che compie un sacrificio incredibile, l'intera missione del film, solo per tornare a rivedere i propri figli.
Queste non sono né gossip né beghe personali, sono le ispirazioni più intime del regista usate in diversi suoi blockbuster, che aprono ad un ventaglio di altre tematiche (tutte ruotanti attorno a sacrifici ed ossessioni) e ad un altro spettro di metafore figurative (riguardanti la lontananza da casa e lo scorrere del tempo).
Se vogliamo essere romantici, Nolan ha fatto alcuni film SOLO per la loro famiglia.
Non mi sembra poco.
Mauro@Lanari  07/10/2019 16:03:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me sembra troppo. Già all'epoca in questo sito ho postato che "The Prestige" m'infastidiva per la plausibilissima ipotesi ch'il rimando al doppio e il casting di Bowie con la sua eterocromia iridea fossero delle semplici allusioni al rapporto tra i due fratelli. L'effetto che mi fa è quello d'una montagna che partorisce un topolino. Hai altri aneddoti sui film dei Muccino da interpretare come loro pizzini privati? Insomma: penso d'aver capito ciò che vuoi dirmi, ma ritengo che, per le comunicazioni familiari, bastava un Super8 ant'anni fa e una story su Instagram oggi. Se poi l'autorialità ha assunto questa nuov'accezione, io non la condivido. Per me il personale, il personalismo e il soggettivismo personalistico o vengono trascesi o vanno stroncati. Ho da poco scritto una cosa simile per l'ultimo lavoro d'Almodóvar, giusto per estender'il dibatto al di fuori dell'angustia gabbia nolaniana.
Filman  08/10/2019 14:29:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mmmmh, su The Prestige, questa ipotesi, non mi sembra poi così plausibile. Basta pensare alle cose più evidenti: i due protagonisti nel film, sì fanno lo stesso lavoro ma vivono in un eterno conflitto, mentre i fratelli Nolan collaborano in maniera tutt'altro che conflittuale.
Ostenti a definirli pizzini privati (che poi in realtà sono normalissimi e sani rapporti padre-figli), ma in realtà, benché sovrapponibili con stracci di vita vera, quelle che ho scritto sono solo le sinossi Inception e Interstellar.
Io adoro Nolan non certo per i suoi dettagli autobiografici, anzi spesso questo voler mettere "sé stesso" all'interno dei film ha fatto danni, come in Interstellar, un film effettivamente troppo emotivo (nella scrittura, nella narrazione e addirittura anche nell'estetica).
Però non è sicuramente il primo caso di tratti autobiografici o ispirazioni di vita vissuta all'interno di un'opera artistica, assolutamente! Dovendo fare degli esempi (solo quelli noti e palesi) non finirei praticamente più.
E di solito questo è un tratto distintivo marcato di un'opera d'arte intima, personale e non su commissione.
Quindi io non ci vedo nulla di male, nulla di strano, nulla di nuovo. Chi non vuole scavare a fondo in un'opera di solito neppure se ne accorge (come te del resto, ignoravi a tuo dire tutto questo).
E parlare di sé stessi non impedisce all'opera di avere altre chiavi di lettura o di parlare a tutti e di altre cose. E' semplicemente un modus operandi a tutto tondo di esprimere artisticamente sé stessi. A me non dispiace.
Mauro@Lanari  08/10/2019 17:50:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
M'ero limitato a supplicarti di non farmi ripetere quant'avevo già postato qui: http://www.filmscoop.it/commenti/default.asp?idFilm=42783&idCommento=1059509.
Filman  12/10/2019 23:30:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non avendo visto il film e non conoscendo Almodovar non sapevo a cosa ti riferissi.
Comunque:
Evviva i flussi di coscienza personali vomitati fuori dall'abile mano di un'artista!
:P
Mauro@Lanari  15/10/2019 18:29:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Effettivamente l'emetofilia mi mancava, ma non ne sentivo il bisogno.