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DUNKIRK regia di Christopher Nolan

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Spotify     7½ / 10  06/11/2017 03:23:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Christpher Nolan è senza dubbio uno dei migliori registi degli ultimi 15 anni, un cineasta capace di dare nuova linfa al cinema con opere personali ed originali. Il director londinese ci aveva donato la sua ultima fatica nel 2014, ovvero lo sci-fi "Interstellar", pellicola che forse aveva consacrato in tutto e per tutto l'abilità di Nolan dietro la macchina da presa.
Ora, nel 2017, Nolan è tornato, pronto a stupirci di nuovo, portando sullo schermo la storica battaglia di Dunkerque, evento importante, e generalmente poco ricordato, della seconda guerra mondiale. Il genere bellico non era ancora stato trattato da Nolan, il quale durante la carriera ha saputo spaziare in diverse tipologie di pellicole, riuscendo sempre ha rinnovarsi.
E all'apparenza il film, forse anche solo guardando la locandina o il trailer, sembra in effetti solo ed esclusivamente di guerra, una cosa alla "Salvate Il Soldato Ryan" per intenderci. Ma invece, la prima sorpresa di "Dunkirk" sta proprio qui, cioè che, quello che abbiamo di fronte ai nostri occhi, non è affatto un lungometraggio bellico. Difatti, Nolan racconta, o meglio, non racconta (di questo ne parlerò dopo), l'evacuazione dei soldati alleati dalla spiaggia della città francese. Di conseguenza, non vediamo nessun carro armato, nessun uomo mutilato e, soprattutto, nessun volto nemico. Forse le uniche sequenze riconducibili al cinema bellico sono quelle con protagonisti gli aerei. Per il resto, Nolan, ritrae cosa fu realmente Dunkerque, cosa successe, come si svolsero gli eventi, i luoghi cruciali dove essi accaddero ecc.. Nessuna sotto-trama, nessuna storia d'amore, nessun personaggio che prevale sugli altri, niente di tutto questo. Il film di Nolan altro non è che un resoconto di sopravvivenza narrato con un glaciale realismo.
Ed è proprio qui che secondo me, risiede il problema maggiore dell'opera, ovvero: il film di Nolan, è senza un vero e proprio plot. E' tutto fin troppo lineare, rigido. Non esistono rilevanti spunti di trama che diano una scossa decisiva alla storia, ma piuttosto, tutto segue un fin troppo "educato" filo conduttore, che, quasi da solo, si porta avanti fino alla fine. Per certi versi, Nolan si avvicina di parecchio allo stile documentaristico. Io, normalmente, non apprezzo quando in particolari generi cinematografici, come appunto quello bellico, ci sono troppe enfatizzazioni, però, nel caso di "Dunkirk" qualcosa in più, poteva essere aggiunta. Insomma, non c'è flessibilità, lo spettatore non ha quasi mai la possibilità di farsi delle proprie idee in testa, in quanto, altro non vediamo che soldati in procinto di essere salvati e aerei che stanno tutto il tempo a spararsi tra loro. Può anche andare bene il fatto di voler rappresentare l'evento in modo nudo e crudo, puntando al sodo, però, senza attente valutazioni, c'è il rischio di ottenere un prodotto senza tatto, senza quelle particolari situazioni che contraddistinguono il cinema di guerra (o, più in generale, quello d'azione). Ed è quello che appunto accade.
Altro elemento che non giova affatto, è una scarsissima caratterizzazione dei personaggi. Nolan ce li presenta solo come delle pedine lasciate al loro destino. Può anche essere buona l'idea di non voler avere un protagonista vero e proprio, però che nessuno dei soggetti venga un minimo descritto, delineato, non va affatto bene. E poi, da qui ci ricolleghiamo al discorso del realismo estremo, della rigidità che pervade l'opera. Non c'è nessun individuo che fa da guida, nessuno che spicca per carisma, per grinta. Nessuno colpisce lo spettatore per le sue azioni.
La sceneggiatura, tuttavia, aveva anche delle ottime idee: la parte della storia con protagonista Mark Rylance è ben congegnata ed molto interessante anche dal punto di vista ideologico. Anche l'idea di far svolgere il film su tre fronti è giusta, in questo modo Nolan analizza la battaglia da più prospettive. Mr Dawson è forse l'unico personaggio con un po' più di definizione, un civile coraggioso che vuole rendersi utile alla causa. E probabilmente, anche a livello registico, risalta più degli altri.
Se a livello narrativo la pellicola dunque, lascia molto a desiderare, dal lato tecnico è il non plus ultra. La regia di Nolan è di una bellezza abbagliante, lo spettatore raggiunge un vero e proprio stato di estasi. Il regista riesce a immortalare scene, momenti, di una bellezza poetica; tutto è sempre al suo posto, non c'è la più minima sbavatura, alcune sequenze sono tanto belle da diventare maestose, solenni.


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L'atmosfera che si respira è freddissima, per niente positiva. Oltretutto, ciò ancor più enfatizzato dall'eccellente valorizzazione dell'ambientazione, in particolare il molo. Esso è ripreso in modo distaccato, è descritto da Nolan come il più crudele degli scenari di guerra. La spiaggia poi, anch'essa delineata in maniera impeccabile, una zona lunga chilometri, dove regnano caos e desolazione.
Memorabili le battaglie aeree. Il director ti fa sentire dentro la cabina di pilotaggio, ti trasporta nell'alto dei cieli a guerreggiare col nemico tedesco. Durante queste sequenze, ci sono alcune angolazioni, esterne agli aerei, letteralmente da pelle d'oca. In sala riuscivo a sentire il vento tra i capelli. Vedere per credere.
Poi le scene con gli aerei sono anche quelle dove c'è più suspense, la quale infatti si fa sentire non poco, anche attraverso metodi un po' scolastici ma comunque efficaci. Suspense che non manca nemmeno nella famigerata scena dei soldati intrappolati nella barca arenata sulla sabbia, col nemico che spara. Sequenza quasi claustrofobica, Nolan riesce nell'intento di non dare alcuna idea allo spettatore di come i protagonisti possano salvarsi.
Il ritmo è fluidissimo. Va tenuto conto che non si tratta di un film lunghissimo, specie per quanto riguarda gli standard di Nolan, il quale ci aveva abituato a pellicole da quasi tre ore. Benché la narrazione, quasi non esista, il director, grazie alla sua tecnica divina, impedisce allo spettatore di annoiarsi e di godersi "Dunkirk".
Bellissimo il finale. Visivamente è pazzesco, la quantità di mezzi utilizzata è assurda. Ed è proprio dall'epilogo che Nolan lancia il suo messaggio: l'uomo, in condizioni avverse, non vuole altro che sopravvivere, non gli importa nemmeno di essere ricordato per gesti eroici o nobili, basta che sopravviva perché la vita è la cosa più importante che ha.
La fotografia è un altro elemento che contribuisce alla creazione dell'aura gelida che si respira. Si tratta di una fotografia cupissima, con dei toni tendenti al grigio. A tutto questo contribuisce un cielo costantemente nuvoloso, plumbeo, fattore che sta a sottolineare che drammatica e triste epopea sia stata Dunkerque.
Uno dei pochi meriti di Nolan a livello narrativo, è la scelta di non mostrare mai in faccia il nemico. Idea secondo me interessantissima ed originale. Il regista descrive il nemico nazista, più come un'entità o un mostro invisibile, una creatura senza pietà, che attacca all'improvviso, sbucando fuori dal nulla. Dal mio punto di vista un modo innovativo e giusto, di mostrare i tedeschi. Questo oltretutto, è anche un altro elemento di suspense, difatti i nostri eroi sembra siano costretti a scontrarsi con un terrificante rivale senza volto.
Altra menzione d'onore va fatta per gli effetti speciali. Veramente realistici e visivamente, sono da urlo. Tra l'altro, non sono usati nemmeno in maniera assidua, ma solo quando la pellicola lo richiedeva. Degli effetti che danno perfettamente l'idea, attraverso bombe e attacchi aerei sui soldati a terra, dell'inferno che fu quella spiaggia.
Ed accanto agli effetti speciali, ci sono quelli sonori. Ragazzi, una roba pazzesca. Mai sentito nulla di simile. Gli spari, le esplosioni e perfino il rumore delle onde del mare, senti tutto come se stesse accadendo a un metro da te. A volte il sound è quasi assordante, la sala cinematografica vibra. Un impianto sonoro veramente mostruoso. E solo al cinema si può udire ciò, di certo non nei salotti delle proprie case.
Colonna sonora strepitosa di Hans Zimmer. D'altronde, come potrebbe essere altrimenti? Un soundtrack epico-drammatico, a tratti triste, che rende certe sequenze, ancor più maestose. Musica usata con perizia da Nolan, viene introdotta sempre nei momenti più opportuni. Forse una delle colonne sonore migliori degli ultimi 10 anni.
Il cast, non è la cosa migliore della pellicola, però tutti impersonano i rispettivi personaggi in maniera valida. L'unico che si eleva è Rylance, il quale però, è un attore di tutt'altro livello. Grande performance, molto seria. Gli interpreti che fanno la parte dei soldati non colpiscono, però riescono a far trasparire l'angoscia, la paura e il dolore che si possono provare in certe circostanze. Da sottolineare la presenza di Kenneth Branagh. Una performance quella dell'attore britannico carismatica, realistica e a tratti toccante.


Conclusione: che altro dire sul film più atteso del 2017? Che forse Nolan fa l'impossibile con la macchina da presa, che si consacra come mostro di tecnica. A livello narrativo però, il maestro inglese fa un passo indietro. Quello che pertanto, poteva essere un masterpiece epocale, resta solo un gran bel film. Per me, siamo di fronte ad un capolavoro mancato.
Agli amanti della tecnica (come me) lo consiglio a priori, impossibile restare delusi. A chi però interessa più il lato dei contenuti che quello estetico, posso anche dire che non è obbligatorio vedere "Dunkirk".