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DUNKIRK regia di Christopher Nolan

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Manticora     8½ / 10  07/09/2017 14:27:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"tempo bastante"
Parafrasando la celebre frase di un personaggio in un altro film Nolan con Dunkirk ancora una volta non affronta solo il dramma bellico di una storia che rapprensentò per gli inglesi una vittoria nella sconfitta. Un pò di storia per cominciare, dopo lo sfondamento delle linee alleate da parte dei panzer tedeschi a Boulogne, che porto al fallimento del contrattacco inglese, e al trinceramento da parte degli inglesi e francesi intorno alla cittadina di Dunkerque.Con dieci divisioni tedesche in dirittura d'arrivo verso Dunkerque gli inglesi cominciarono ad imbarcare gli uomini, la fortuna fù che le 10 divisioni furono SPOSTATE SULLA SOMME, permettendo agli inglesi di cominciare l'evacuazione di soldati e feriti, l'operazione Dynamo inizio il 26 maggio. Nolan parte da qui, il suo stile inconfondibile si sposa con la musica, una score potente e magniloquente in cui ancora una volta Hans Zimmer riesce ad accompagnare il film. Abbiamo tre linee narrative, il soldato semplice, Harry Style, anonimo ma inarrestabile, che pur di sopravvivere è pronto a tutto, il pilota inglese di Spitfire, un Tom Hardy ancora una volta in stato di grazia, infine il cittadino inglese interpretato da Mark Rylance, che con la sua barca da diporto parte alla volta di Dunkerque per aiutare l'evacuazione dei soldati. I tre tempi narrativi vanno avanti, tornano indietro e si incrociano ,un esercizio di stile che è l'anima stessa del film. L'azione non manca, ovviamente i duelli aerei sono la parte fondamentale, ma anche i bombardamenti della spiaggia, i mitragliamenti degli Stuka e l'affondamento delle cacciatorpedieniere. Nolan segue i personaggi, non c'è eroismo, retorica, o autocompiacimento, soltanto la lotta per sopravvivere, un soldato codardo può uccidere un ragazzo per non tornare indietro, invano, invece un altro può seppellire un soldato morto per prendersi le scarpe e la divisa

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I dialoghi sono secchi, corti, essenziali, parlano la musica, il rumore delle bombe e l'attesa. In tutto questo stona solo l'abbattimento miracoloso dello Stuka da parte di Hardy, con il proprio Spitfire senza carburante, ma è uno strafalcione che non inficia il giudizio sul valore del film. Perchè quando Hardy PLANA sulla spiaggia, enorme e vasta, l'immagine finale dell'atterraggio rimane come un icona immaginifica, e in cui il nemico appare per la prima volta sfuocato ma riconoscibile, per catturare l'eroe, che rimarrà tale, semplicemente perchè ha compiuto il suo dovere, a discapito di tutto.
Spero in oscar tecnici almeno, e al decimo film Nolan ha mostrato che può cimentarsi con QUALSIASI GENERE.