caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'INSULTO regia di Ziad Doueiri

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  06/04/2018 10:37:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dietro un insulto può celarsi molto più di una semplice frase ingiuriosa proferita in un momento di rabbia; ad esempio quella che Toni, meccanico libanese di fede cristiana, si sente rivolgere da uno zelante capomastro palestinese.
Siamo nella polveriera medio-orientale, più precisamente a Beirut, dove anche una parola poco opportuna può scatenare un vespaio, facendo riemergere vecchi rancori, accendere antiche diatribe, con l'odio e il pregiudizio pronti ad animare violentemente l'opinione pubblica, a far scatenare i soliti giochetti politici e ad accendere la verve verbale di brillanti avvocati.
Non è un caso che il film di Ziad Doueiri, partendo da un gesto quasi insignificante, si tramuti in pellicola di stampo giudiziario dove la scottante questione viene affrontata attraverso le arringhe legate ad una storia fatta di soprusi e umiliazioni. I due contendenti diventano emblemi loro malgrado di una lotta intestina tenuta a bada con somma fatica, fatta oggetto di interesse nazionale con tutto ciò che ne consegue. Pur inciampando in qualche momento ridondante Doueiri riesce a far passare il messaggio, e pur aderendo a certe situazioni politically correct di certo cinema legale americano, giunge al nocciolo della questione senza ricorrere a sentenziosi moralismi.
Ovviamente la soluzione è scontata, quasi banale, ma difficile da accettare. Più facile odiare a prescindere e creare un nemico, che tollerare la reciproca conoscenza abbracciando l'idea che il "mostro" non sia poi così tanto spaventoso.