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L'ESORCISTA regia di William Friedkin

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hghgg     7 / 10  23/08/2013 19:16:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sopravvalutato. Tento di spiegarmi un po' meglio: è un horror tutto sommato valido ma che, alla fine e per quanto mi riguarda, è sorretto più che dalle prove molto buone degli attori (facile quando ci si chiama Ellen Burstyn e soprattutto Max Von Sydow), tra le migliori di sempre in un film horror, e dalla regia abile di Friedkin (che tuttavia il meglio lo ha dato altrove) mentre tutto l'elemento orrorifico che dovrebbe essere la trave portante del film risulta essere poca roba e almeno per me non è dovuto ad un invecchiamento malandato del film, visto che la pochezza del lato spaventoso di questo lavoro sta alla base e non va ricercata nell'essere "invecchiato male". Insomma non spaventa, anche se non metto in dubbio che all'epoca fu sconvolgente e che, per persone di fede cattolica, possa anche esserlo tutt'ora (ho degli esempi in famiglia). Forse è proprio questo il problema, il mio ateismo non mi permette di entrare abbastanza in empatia con questo tipo di male e di orrore che riflette in questo caso paure tipicamente cattoliche o comunque religiose (infatti il demone del film non è nemmeno poi il lucifero cristiano) che si può anche inquietarmi in alcuni momenti ma mai del tutto e soprattutto mai si è avvicinato allo spaventarmi. Tuttavia il film rimane più che discreto perché come detto, è diretto con indubbia perizia (cavolo è Friedkin uno che aveva firmato French Connection e dirigerà Cruising e Vivere o Morire a Los Angeles) con una lunga prima parte d'attesa e un'angosciante (nelle intenzioni) esplosione del male nella seconda. A sorreggere il tutto un'ottima Ellen Burstyn, il sosia di Flavio Insinna (scusate non ce l'ho fatta a trattenermi, è uguale) e l'immenso Max Von Sydow. Ecco, apro una minuscola parentesi a proposito di orrore e Von Sydow che appena 5 anni prima (1968) aveva girato un film quello sì veramente inquietante e disturbante, ovviamente sotto la direzione del suo nome tutelare Ingmar Bergman, "L'ora del Lupo" che per me è il più grande "horror" di tutti i tempi. Ecco perché il sempre eccellente Max qui si è in fondo limitato ad un compitino di ottimo livello, il meglio a livello di orrore l'aveva già dato con Bergman. A suo modo risulta indimenticabile anche l'indemoniata interpretazione della piccola Linda Blair, maledetta e per sempre imprigionata in questo ruolo. Maledetto anche l'uso del tema iniziale di Tubular Bells che ormai è diventato "la musica dell'esorcista" e vallo a far capire che è solo la parte iniziale di una composizione di 49 minuti.
Vabbè,in ogni caso resta un buon horror, ma non così eccezionale.
Beefheart  23/04/2014 11:20:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ops, non prenderla come una persecuzione, ma per puro caso mi sono imbattuto in questo tuo commento che stride parecchio col mio e la cosa mi ha divertito...

Sul film... non so come mai la sua componente spaventosa non tocchi le tue corde ma ti assicuro che l'ateismo, o il contrario, non c'entra niente. Ciò che inquieta/spaventa, in generale, è ciò che non si conosce ed a cui non si riesce a dare una misura, una dimensione, una connotazione. Poco importa che sia una manifestazione demoniaca, un mostro degli abissi o un alieno. Non sò cos'è = lo temo. E continuerò a temerlo almeno sino a che non si sarà svelato.
E siccome mi pare tutt'ora indiscutibile che il tema de L'Esorcista appartenga all'ignoto, non vedo come possa smettere di spaventare, tanto più che tecnicamente è fatto bene.
Scusa la lungaggine, ciao ciao
hghgg  14/05/2014 15:48:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non l'avevo vista questa risposta. Tema molto spinoso e complesso questo. In ogni caso quella sull'ateismo era solo un'ipotesi formulata per tentare di spiegare perché questo film non riuscisse a spaventarmi o inquietarmi. Perché è vero quello che dici ossia che la paura è spesso legata all'ignoto, il problema è come si vede il tema qui trattato: per me non è qualcosa di sconosciuto, ma qualcosa di fantasioso/inesistente almeno nella modalità in cui è trattato in questo film. Sono temi in cui si va a finire molto nell'interpretazione personale a seconda della persona, del tipo di cultura che ha, ciò in cui crede e ciò che la spaventa, visto che la paura è una delle sensazioni più soggettive che un essere vivente possa provare.