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PELLE regia di Eduardo Casanova

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  09/08/2017 10:25:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prodotto da Alex De La Iglesia ne incarna al meglio il piglio dissacrante e fuori dagli schemi ravvisabile soprattutto negli esordi del celebre regista spagnolo. Chiara è la capacità di affrontare temi profondi senza apparire pedanti sfruttando un approccio grottesco, e in questo caso anche disgustoso, a tratti forse gratuito ma in generale utile per gestire la bruttezza, non fisica, bensì quella ristagnante nell'animo umano.
I normali sono i mostri, mentre i deformi sono le vittime, la morale è banale ma il modo in cui viene esposta rende il lavoro di Eduardo Casanova affatto ordinario: sono storie di novelli "freaks" costretti a misurarsi quotidianamente con la cattiveria, l'egoismo o la semplice inadeguatezza di chi è stato più fortunato di loro. E' anche un inno alla vita, esortazione ad accettarsi per come si è in un momento storico in cui l'apparire è diventato disgustosamente (questo si) ragione assoluta.
I vari personaggi intrecciano in maniera casuale le loro vicissitudini, tra una ragazza con l'ano al posto della bocca e una prostituta senza occhi, le bizzarrie fisiche, come quelle narrative, abbondano: non è semplicissimo entrare nel mondo di "Pieles", dimensione quasi favolistica dalla scenografia stile casa delle bambole perennemente ammantata di colorazioni rosa/ciclamino, in cui però a dominare è il brutto dell'animo umano, al solito meschino ed indifferente alla solitudine e alla disperazione del più debole. Opera grottesca, straniante, a tratti respingente: da affrontare a mente apertissima, rispecchia con entusiasmo anarcoide la vitalità del cinema iberico.