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THE TRANSFIGURATION regia di Michael O'Shea

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  29/01/2018 11:12:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il giovane Milo abita in un periferico quartiere di New York, ragazzino solitario dal passato doloroso è rifiutato dalla sua stessa gente. Rimasto orfano vive con un fratello perennemente stravaccato davanti alla tv. Si divide tra scuola e propria cameretta dove stila misteriosi appunti e regole. Milo è convinto d'essere un vampiro che, per poter sopravvivere, una volta al mese deve nutrirsi: per questo motivo uccide senza alcun apparente rimorso.
"The transfiguration" gioca molto con gli stereotipi (modernizzati) dei vari Dracula e fratelli minori, lasciando sempre aperto il dubbio che le tendenze di Milo siano da addebitarsi ad una sorta di disagio mentale dovuto alle difficoltà a relazionarsi col difficile mondo circostante. In assenza di genitori e valide istituzioni il protagonista sembra erigere un muro per proteggersi da deleterie situazioni ben conosciute fin da piccino, emarginato in un quartiere già di per se rifiutato dal resto del mondo, in cui la miglior prospettiva di vita è qella di finire a spacciare droga o di restarci secco in un regolamento di conti.
Parallelamente alla lettura sociale si sviluppa il rapporto con la nuova vicina di casa, un'altra discriminata per il suo vissuto e rifiutata per il colore della pelle in quel luogo abitato quasi esclusivamente da neri. Le tante citazioni a vari capisaldi del genere - con annessa simpatica stilettata alla saga di "Twilight"- fanno da sfondo ad un profondo rapporto in cui tenerezza e ferocia si amalgamano molto bene. Il debuttante O'Shea, pur occhieggiando fin troppo a "Lasciami Entrare" (dal quale copia una scena quasi pari pari), mette in scena il dolore con relativo sanguinario anestetico scegliendo un incedere quasi apatico, a tratti monotono, ma preciso nel sviscerare la fragile psicologia del protagonista e meglio definire la sua silenziosa richiesta d'aiuto.

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