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I GIORNI DELL'ABBANDONO regia di Roberto Faenza

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JOKER1926     5 / 10  30/10/2015 23:45:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Girato in una Torino che avalla, fin da subito, la logica melodrammatica del film italiano di Faenza, "I giorni dell'abbandono", funge da pellicola funeraria.
Nasce, quello di Faenza, da tematiche dopotutto nemmeno impensabili: una donna si sente ferita a morte, l'uomo che ama ormai è altrove, in un primo momento perlomeno psicologicamente, si è innamorato per una seconda volta, vive altre fasi della sua vita, è nel suo Aion.

Il plot non ci risulta fenomenale, ma le sostanzialità per far partire una commedia drammatica, così la definiamo, comunque ci sarebbero.
"I giorni dell'abbandono" invece sembra capitolare fin da subito; dopo pochi attimi infatti lo spettatore già ha capito la cosa. Si tratta di una pellicola improntata nel nome di un dramma dilatato e dilatante ove i personaggi, anche i bambini, sono vittime di un gioco (sentimentale) grande e vigliacco.
Il marito di Olga, un buon Zingaretti, nel film veste i panni di un padre scellerato, la sceneggiatura non può non perdere peso e credibilità. Come se non bastasse poi quello di Faenza è un film che arena le sue possibilità di successo a causa di uno snocciolamento che non riesce mai ad offrire quel qualcosa in più, quel qualcosa di importante e decisivo.
Forse le maggiori positività nel film di Faenza si riducono al corpus degli attori ove, oltre al già citato Zingaretti, troviamo una buonissima Margherita Buy in una parte (eccessivamente) sofferta.

In conclusione sarebbe troppo consigliare la visione di tale prodotto, il rischio di trovarci poco è abbastanza alto da parte di colui che prende visione.