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A GHOST STORY - STORIA DI UN FANTASMA regia di David Lowery

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Macs     7 / 10  15/09/2018 09:00:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il messaggio è tutto, in questo film. Si parla dell'ineluttabilità del trascorrere del tempo, l'oblio che ne consegue e la profonda malinconia che è l'essenza della vita. Lowery adotta un ritmo lentissimo e per questo si fa apprezzare - certo il film rischia di sacrificare forse troppo il lato dell'intrattenimento e finire per essere un'opera quasi soltanto cerebrale, e che quindi "intrattiene" quasi esclusivamente cervello e "spleen". Non è per forza un difetto, dipende da cosa si cerca nel cinema. La regia è ottima e le musiche azzeccate per il tipo di mood che si vuole trasmettere. Forse la bravura di Affleck è leggermente in... ombra, per esigenza di scena, ma nelle poche sequenze in cui interagisce da vivo con Rooney Mara non si può non notare l'ottima chimica fra i due. La sceneggiatura ha dei picchi interessanti nel finale, con una storia che sembra loopare o forse la comparsa di un altro "fantasma": qualunque sia l'interpretazione corretta, nemmeno Lowery lo sa, ma non è quello il punto. Ciò che conta è il desolante senso di vuoto, solitudine e inutilità che il film trasmette in merito al valore delle nostre esistenze e degli sforzi che l'essere umano persegue, da vivo come da morto. Poca luce e speranza rimangono dopo la visione.
LaCalamita  09/12/2018 03:25:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo sul fatto che non ci possa essere un'interpretazione corretta, il film mette un'infinità di carne al fuoco, tanto da risultare col passare dei minuti una di quelle pellicole stile Mr.Nobody, ovvero finita la visione si va in cerca dello "spiegone" per rimettere ordine alla storia.

Non mi ha invece trasmesso quel vuoto connesso all'inutilità dovuta al fatto che, visto che l'esistenza finirà assieme all'universo, per via dello scorrere del tempo, allora quello dell'essere umano è uno "sforzarsi", una battaglia persa in partenza.
Infatti (tralasciando il fatto che il film stesso alla fine non sembra si spieghi unicamente nel monologo a metà film, ma forse propone una visione in loop e dunque la mancanza di una fine), il ragionamento funziona solamente per un arbitrario costrutto iniziale:

quest'aura di negatività (legata al fatto che una cosa finisce) è puramente soggettiva, una fantasia della mente.
Nel monologo a metà film, il ragionamento si fa forza perchè "che il pianeta e poi l'intero universo sparirà è un FATTO". Ma non è un fatto che la fine di una cosa implichi negatività, o tristezza. Noi siamo organismi viventi, costruiti per essere quello che siamo. Con la mente possiamo inventare qualsiasi cosa, e poi dargli un connotato emotivo. Invento "potremmo avere quattro braccia" e poi "è un vero peccato, non possiamo averle". E ancora, immagina di aver deciso con il pensiero di riuscire a correre per 20 ore consecutive. Quindi cominci a correre. Quello che succede è che la natura di quello che sei ti ricorda piuttosto in fretta che stanchi e hai fame e sete: che non puoi correre per 20 ore non è triste.
Siamo calati in un'esistenza già stabilita. Siamo noi che secondo me scambiamo il fantasticare nuove regole con la realtà. Il senso è vivere le relazioni umane (con noi stessi e gli altri) e fare qualcosa in cui siamo bravi e che ci piace (il daimon di James Hillman). Questa è la nostra natura

Ho riascoltato il monologo e sembrava giungere allo stesso ragionamento "naturale" (ciò che conta è scopare = ovvero essere e fare ciò che siamo in generale), ma in realtà, a mio parere, cade nello stesso tranello, quando parla di un'umanità che cerca di resistere, come se scomparire fosse una cosa "brutta". Inviterei a fare il ragionamento opposto: vivere in eterno sarebbe invece sensato e positivo? A me sembra l'esatto contrario, come una gabbia infinita. Ma non è solo quello, le cose sono fatte con un inizio e una fine. Senza questo postulato, non si potrebbe neanche definire una "cosa". Quando si va in un locale, prima o poi si vuole andar via. Quando si bacia, il bacio finirà. A cena, il piatto non può essere eterno. Si gode pensando a cosa accadrà ,si gode durante, si gode alla fine. Il cibo (sazietà) come il sesso (orgasmo) e qualsiasi altra cosa. Così tutta la vita, questo per me ha senso.