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ATROZ regia di Lex Ortega

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  07/07/2017 10:19:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sin dai titoli di testa, fantasiosamente piazzati su immagini urbane di assoluto degrado, si può comprendere dove il regista (Lex Ortega, anche sceneggiatore e attore nei panni di Goyo) voglia andare a parare. Il sottotesto di denuncia sociale è chiarissimo, mirato a mettere in luce in quale stato allarmante sia precipitato Messico. Per rimarcare al meglio il concetto "Atroz" viene strutturato su tre segmenti, incastrati in un pregevole contesto narrativo, zeppi di violenza come da tradizione del miglior cinema estremo.
Tutto ruota attorno ad una serie di registrazioni sulle quali sono impresse le malefatte di due giovani, alle prese soprattutto con omicidi a sfondo sessuale. E dalla sessualità repressa si scatena ogni deviazione, come esplicitato nell'ultima vhs, sulla cui esistenza porsi qualche domanda è il minimo. Ortega non spiega come certe situazioni siano state tramandate ai posteri mediante nastro, falla abbastanza grave di una sceneggiatura fino a quel momento semplice ma altamente funzionale, a cui purtroppo si aggiunge il forzatissimo twist finale, efficace per ribadire il concetto di corruzione ma decisamente sopra le righe.
L'obiettivo di unire concetti e brutalità è raggiunto parzialmente, in quanto si preferisce dar maggior spazio allo shock visivo che al resto. Sicuramente "Atroz" può essere catalogato come film disturbante anche se a tratti offre una violenza incapace di colpire con veemenza perchè fine a se stessa. La caratterizzazione opaca dei protagonisti e nulla delle vittime è un' altra pecca non da poco, mentre le immagini più dure scorrono spesso sgranate più per ragioni di budget (credo) che per autolimitazioni inerenti il mostrabile.