Spotify 6 / 10 04/12/2018 05:01:08 » Rispondi Thrillerino con protagonista il buon Antonio Banderas. E' un film che, prima dell'ultimo fotogramma, stava andando anche benino, ma poi, ha una trovata finale davvero banale. La trama ha per protagonista Paul, scrittore spagnolo una volta di successo, che ora scrive, senza tanta ispirazione, sceneggiature. Un giorno, Paul è vittima di un forte litigio con camionista, ma quando le cose sembrano mettersi male, ecco che in suo soccorso viene Jack, il quale fa allontanare l'assalitore. Paul, per ricambiare, ospita Jack nella sua casa, isolata sulle montagne. Tra i due uomini nasce un rapporto di stima e amicizia, finché Jack, non rivelerà la sua vera natura e renderà Paul prigioniero nella sua stessa abitazione. Il film di per se non è brutto, alla fine intrattiene discretamente. La caratterizzazione dei personaggi è buona. Jack è il classico folle schizzato e, nonostante questo tipo di soggetto è tutto fuorché originale, alla fine è credibile e fa il suo dovere. Paul è il tipico scrittore alcolizzato. Anche in questo caso siamo di fronte ad un personaggio stra-abusato, però, pure in questo caso, non siamo di fronte ad un soggetto noioso o poco credibile.
Paul nelle vesti di assassino, invece, non era affatto credibile.
Il ritmo è buono. E' una pellicola che dura i 90 minuti accademici, però non annoia ed è interessante come il regista sviluppa il rapporto tra Jack e Paul, rapporto che ogni giorno diventa sempre più strano. Non manca qualche scena di buona suspense. Brian Goodman voleva girare un film che fosse un thriller in tutto e per tutto e ci è riuscito. Bella la scenografia. Più il tempo passa, più diventa opprimente. Sembra un posto completamente isolato dal resto del mondo, dimenticato da Dio. Un posto dove si consumano i peccati e si nascondono i segreti. La fotografia si sposa bene con la location. I colori sono grigi, plumbei, freddi. Il cast è discreto: Banderas tira fuori una performance valida, nulla di che, però è uno che sa stare di fronte alla cinepresa. E' quantomeno credibile. Jonathan Rhys Meyers è convincente nel ruolo dello schizzato Jack. A volte ha degli scatti d'ira davvero realistici. Buona anche l'interpretazione, quasi ossessiva, dei dialoghi. La sceneggiatura è parecchio striminzita. E' interessante senza dubbio il personaggio di Jack e l'evoluzione del suo rapporto con Paul, ma per il resto, poca roba. Non ci sono grandi sussulti e alla fine si scade nella ridondanza. I dialoghi però, funzionano. Ora, giungiamo al finale: io mi sono sentito preso in giro, prima di tutto perché è un finale totalmente insulso e insignificante. Poi, fa perdere completamente senso a tutto quello che abbiamo visto nei precedenti 89 minuti.
Alla fine tutto ciò che abbiamo visto è semplicemente un sogno dello scrittore? Il quale poi ritrova l'ispirazione proprio grazie al sogno appena fatto? Ma dai!
Conclusione: senza quell'epilogo, il voto sarebbe stato anche 6 e mezzo, ma così, andiamo ad una sufficienza risicata. Tirando le somme, il film è godibile, senza infamia e senza lode. C'è di meglio ma anche di peggio.