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2NIGHT regia di Ivan Silvestrini

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MrCarrey93     7½ / 10  18/12/2017 16:38:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un piccolo film ambientato nel corso di una sola notte fino a alle prime luci dell'alba, a condividere sullo schermo questo arco di tempo due trentenni, un lui e una lei, sconosciuti fino a quell'incontro nel locale notturno di città e l'improvvisa l'attrazione fisica, un'unica location: l'interno di una macchina.

L'incipit è invitante, certo non può che richiamare alla mente il capoloavoro di Linklater del 1995 "Prima dell'Alba", di cui Ivan Silvestrini è debitore, ma non cerca neanche di replicarne la profondità e la densità dei dialoghi e offre un opportunità quantomeno diversa per il cinema sentimentale nostrano. Il tentativo è quello di proporre in maniera fresca e immediata l'approccio tra due anime della notte nella maniera più realistica possibile e basato esclusivamente sull'attrazione fisica, cercando di azzerarne i filtri e puntando sulla spontaneità dell'interazione. Il linguaggio si assesta quindi su binari molto coerenti con l'approccio amoroso comune ai giovani al primo incontro; i due parlano di stupidaggini, discorrono sul sesso in maniera anche volgare, giocano secondo le regole del flirt, provocano, e la tensione sessuale nell'abitacolo della macchina è sempre palpabile. Anche la durata di soli 80 minuti è conforme al copione del film, che ad un tratto si fa pure psicologico rivelandoci le fragilità intime di lei che fa della disinvoltura e disibinizione delle armi per sopperire una soffocante paura per la solitudine. L'incursione in questi territori appare e tratti goffa e acerba, senza emergere con decisione, ma in quel momento mi è apparso anche chiaro che tra due persone che si conoscono da alcune ore sarebbe risultata forzata e innaturale un'indagine più approfondita nelle corrispettive interiorità. Ad emergere con potenza invece sono quei pochi istanti in cui il mezzo cinematografico si mette al servizio della creazione di quei momenti, chiamali magici, fatti di silenzi e sguardi che trascendono lo spazio e il tempo e si fanno per un attimo infiniti. E di sguardi magici poi la bella protagonista Matilde Gioli ha da regalarne a volontà, riportando alla mente la Effy Stonem interpretata da Kaya Scodelario nella serie "Skins" che da adolescente mi aveva stregato.

Di Ivan Silvestrini conoscevo solo "Monolith" arrivato in sala successivamente a questo ma cronologicamnete girato prima, ne avevo troncato la visione neanche arrivato alla metà, fortunatamente non è stato il caso anche con questo.