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JOHNNY FRANK GARRETT'S LAST WORD regia di Simon Rumley

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  23/05/2017 09:32:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Storia risaputa quella dell'innocente condannato alla pena capitale, il quale, per ripicca e non si sa grazie a quale oscuro potere, scatena sui responsabili della sua morte una terrificante maledizione. La pellicola è ispirata a un documentario in cui si ipotizza il ruolo di capro espiatorio in cui è stato costretto Johnny Frank Garrett, realmente esistito e giustiziato con l'accusa d'aver stuprato, ucciso e mutilato un'anziana suora. Simon Rumley non è regista convenzionale, stranamente in questo caso lo diventa dopo un avvio al fulmicotone in cui tinte giallastre colorano uno spaccato dei primi anni '80, descrivendo uno status sociale retrogrado in cui l'arrivismo si sposa con la facinorosa sete di vendetta dell'opinione pubblica manipolata ad arte.
Dal profondo Texas una storia in cui il 17enne problematico è facile da mettere alla gogna, già condannato in partenza per il suo passato disagiato e dal quoziente intellettivo sotto la media. Si vocifera che i colpevoli della sua condanna nel corso degli anni abbiano cominciato a cadere stecchiti come mosche; Rumley fantastica su queste dicerie senza eccedere con stilemi horror, preferendo un registro malsano e (non troppo) sanguinoso in cui è un male cupo, sotto forma di senso di colpa a fare le veci di una giustizia corrotta. Purtroppo la pellicola perde brillantezza quando si avvicina al soprannaturale, inoltre si perde nel finale, tra sequenze strappalacrime e conferme non necessarie. Rumley però al solito gira alla grande, utilizza sonoro e colore come pochi, rendendo il suo lavoro apprezzabile a dispetto del tema poco originale.