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IT COMES AT NIGHT regia di Trey Edward Shults

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  12/09/2017 09:55:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Paul vive insieme a moglie e figlio adolescente in una casa isolata in mezzo alla boscaglia, porte e finestre sprangate, quando si esce all'aperto maschera e gas e fucile tra le braccia sono indispensabili per mantenere lontano lo spauracchio di un imprecisato virus, che, da come ci è permesso intuire, ha decimato la popolazione mondiale.
"It comes at night" non è etichettabile come horror tout court, il terrore psicologico elide quello più sanguinolento: tocca affrontare una lenta discesa nell'ossessione e nella paranoia più devastanti, alimentate da quel fatale ignoto ben immortalato ne "Il trionfo della morte", minaccioso e malaugurante quadro di Pieter Brugel inchiodato a una parete.
E' la gestione della tensione a lasciare soddisfatti, insieme alla caratterizzazione minimale ma notevolmente efficace dei personaggi, tra cui spicca il molto convincente Joel Edgerton. Ottimo il lavoro sulle scenografie con interni tetri in cui abbondano zone dove tutto può celarsi. Una rifugio minaccioso quanto quell'esterno coi suoi misteri nascosti nella fitta vegetazione, a cui nega la dimora nega il proprio ventre tramite una raggelante porta rossa.
Lo scontro tra vecchio e nuovo si concretizza in maniera lucida e matura: la determinazione accanita del padre scandita da imposizioni -tanto ferree quanto necessarie- stride con l'accoglienza più moderata del figlio, a creare una lettura sociale in cui l'impronta patriarcale è a dir poco evidente. Lo script mette in risalto pregi e difetti delle due opinioni senza parteggiare per nessuna di esse, almeno sino all'epilogo in cui a tener banco terrificanti sono ancora una volta le paure ancestrali, l'egoismo e l'incapacità di razionalizzare la più cupa disperazione.