jack_torrence 9 / 10 25/02/2011 02:42:34 » Rispondi Ha fatto "storia" per come è intessuto di scene di sesso esplicito, ma è anche considerato una delle vette del cinema di Oshima (per alcuni il suo capolavoro) - il quale è uno dei massimi maestri nipponici.
Può non essere facile, oggi, individuare le ragioni che fanno di questo film - per la sua epoca ben più "estremo" di "Ultimo tango" o di "Arancia meccanica" - un indiscutibile capolavoro della cinematografia mondiale. Non basta certo l'estenuata e rigorosissima messa in scena, mai pruriginosa e sempre di altissima fattura, di grande perfezione estetica. Non basta: staremmo dalle parti di Borowczyk (grande esteta, e autore negli stessi anni '70 di film erotici molto espliciti). Ma qui c'è qualcosa di più. Qualcosa che non è soltanto rintracciabile nelle teorie di Bataille su amore e morte, eros e thanatos (che pure si presterebbero perfettamente come riduzione-bignami della poetica di Oshima). Non è estraneo al film neppure un discorso sociale: confrontare le classi sociali d'appartenenza dei protagonisti...
Ma il "di più", il valore aggiunto, sta nella seraficità con cui il protagonista si fa annichilire. La pulsione autodistruttiva è messa in scena come un rito (altra peculiarità di Oshima): un rito che destabilizza perché è appunto autodistruttivo, non certo per il suo contenuto esteriormente connesso alla dimensione del piacere sessuale. La grandezza del film risiede nella maniera in cui progressivamente la morte s'impossessa della vitalità: nel modo in cui la coazione a replicare il piacere si converte in istinto di morte. La smania di possesso contagia come un virus la donna del popolo, sino a renderla folle e priva della fonte del suo piacere, per averne voluto possedere il feticcio. Lo sviluppo sfiora il teorema (1), ma (se forse questo è un limite) di un teorema possiede comunque anche la perfezione.
Il risultato è davvero molto alto. E se sicuramente - fosse fatto oggi - questo film non darebbe uguale "scandalo" (e di conseguenza non assurgerebbe alla stessa celebrità, e nemmeno avrebbe forse lo stesso riconoscimento critico), esso possiede un fascino intramontabile che gli deriva dal suo tono allegorico: la vicenda (ispirata a un fatto reale) è ambientata negli anni '30, e potrebbe svolgersi anche oggi, in ogni luogo. In questo senso il film è universale. Può non essere amato visceralmente, ma non si può disconoscerne la grandezza che spetta ai veri capolavori.
(1) e difatti, non mi paiono fuori luogo confronti proprio con "Teorema" di Pasolini, né di conseguenza con il disturbante e quasi ripugnante "Visitor Q" di Miike (film che però si smarrisce nel compiacimento di un "autore" lontanissimo dal rigore di Oshima).
Steppenwolf 30/03/2011 12:09:47 » Rispondi Grazie anche al tuo eccellente commento sono davvero impaziente di vedere questo film!
jack_torrence 30/03/2011 19:19:44 » Rispondi Grazie, Lupo della Steppa! Non ti aspettare niente di coinvolgente... :)
Steppenwolf 30/03/2011 23:54:09 » Rispondi E' da un bel po' che mi sto interessando al film, attendo solo il momento opportuno per vederlo! Di Oshima devo vedere anche "Furyo" e "La cerimonia". Bye!
jack_torrence 31/03/2011 01:05:56 » Rispondi "Furyo" è bellissimo (e pure coinvolgente), mentre "La cerimonia" non riesco a procurarmelo!!!! Lo vorrei tanto vedere.
Steppenwolf 31/03/2011 20:51:27 » Rispondi Sul mulo dovrebbe esserci, però non l'ho ancora scaricato. Ah, cmq oggi ho visto "L'impero dei sensi"(finalmente!)e devo dire che il tuo commento rende davvero giustizia al film, che secondo me è un autentico capolavoro, e non solo per come tratta le tematiche(interessantissime),ma anche per il rigore della messa in scena, volutamente fredda e realistica, quasi glaciale. Bravissimi gli attori, tra l'altro. Credo di averlo preferito di molto anche a "Ultimo tango a Parigi".
jack_torrence 31/03/2011 21:13:46 » Rispondi Ah l'hai visto! Son contento ti sia piaciuto :) Sicuramente meglio di "Ultimo tango"...anche se quest'ultimo (che vorrei rivedere) l'ho visto una sola volta 4 anni fa
Steppenwolf 31/03/2011 22:50:35 » Rispondi "Ultimo tango a Parigi" per quanto sia a mio avviso un ottimo film(merito soprattutto della fotografia - di Storaro? -, delle musiche di Gato Barbieri e dalla bravura di Brando), a mio avviso è un film incompiuto, con diverse pecche che gli prediudicano lo status di capolavoro irrimediabilmente. Ho come avuto l'impressione che Bertolucci non sapesse di preciso dove andare a parare e ci ha buttato varie cose un po' a *****, finendo per "rovinare" il film. "L'impero dei sensi" molto probabilmente è un capolavoro ed è un film molto molto più "intelligente" di Ultimo Tango e più "coerente" nello sviluppo di determinate tematiche e credo che lo stile non abbia carenze, ma mantiene il proprio rigore dall'inizio alla fine(al contrario del film di Bertolucci, dove il contrasto tra gli ambienti esterni e gli interni finisce per svilire ed impoverire lo stile del film, a tratti anche leggermente petulante).