Dom Cobb 9½ / 10 01/05/2017 14:49:14 » Rispondi Mentre vengono braccati dai Ravagers capeggiati da Yondu e da una razza di alieni geneticamente perfetti e dalla pelle dorata, i Guardiani della Galassia si ritrovano ad aiutare Peter Quill, alias Star-Lord, nella ricerca di suo padre... Archiviato il godibile, ma non pienamente riuscito, primo capitolo sulle avventure del più bizzarro gruppo di outsider di tutto l'universo, con questo sequel James Gunn si sforza di sollevare l'asticella qualitativa, in modo non solo da sviluppare ulteriormente i suoi personaggi, ma anche di prepararli a un terzo capitolo e, ancora più importante, alla grande réunion con un certo gruppo di Vendicatori. A fronte di critiche sorprendentemente più tiepide, posso dire che, a mio parere, questo sequel spazza via il predecessore sotto ogni aspetto. In ogni categoria immaginabile viene fatto ben più di un passo avanti: a livello visivo è un film assolutamente spettacolare, mille volte più colorato, stilistico e interessante, con una fotografia pazzesca ed effetti speciali maggiorati che a volte rischiano di soffocare tutto il resto, ma vengono sempre tenuti sotto controllo. Un'autentica gioia per gli occhi.
Ogni scena con protagonisti i Sovereign, gli alieni dorati, o qualsiasi vista del pianeta Ego potrebbero essere dei dipinti da appendere al muro da quanto sono incredibili.
Ma è sul lato narrativo che si fanno i veri progressi: ho sentito varie critiche sull'assenza di una vera trama, di un vero cattivo e su come solo alcuni dei personaggi vengano approfonditi a scapito di altri. Onestamente, non ho idea di cosa parlano: il ritmo, testimone una durata maggiore di due ore e un quarto, è più disteso e il film è pieno di momenti in cui i personaggi, tutti loro, hanno modo di esplorare non solo sé stessi, ma anche il rapporto che li lega agli altri, e ciò permette di empatizzare con loro molto meglio di quanto non succedesse nel primo.
La scena in cui Rocket e Yondu stanno insieme in prigione, i momenti fra Quill e suo padre Ego, o fra Drax e Mantis, o addirittura fra Gamora e sua sorella Nebula, che nel primo erano un po' tutte e due relegate sullo sfondo.
Anche perché sono scene scritte bene, dove le battute, più numerose ma anche più efficaci rispetto al primo film, si integrano meglio nelle conversazioni e risultano, in qualche modo, più naturali.
"Come mai ci stanno seguendo?" "Forse perché Rocket ha rubato le loro batterie..." "Ehi!" "Ehm... giusto, non le ha rubate. Non so perché ci seguono, quale mistero..."
"Posso accarezzare il tuo cagnolino?"
"Tutto il villaggio stava ballando e cantando, tranne lei. Potevi suonare la musica più trascinante e lei non muoveva un muscolo. Avresti potuto dire che era morta..." "Sembra davvero... affascinante..." "Tu devi trovare una donna che sia patetica... come te."
Ogni scena che mostri una reazione al nome di Taserface.
In effetti, la scrittura di Gunn qui è il vero punto di forza, libera da qualunque fossero le inibizioni che la limitavano nel primo film: tutti gli elementi della storia vengono integrati con naturalezza, dando a ciascuno di essi la giusta importanza e creando dunque una struttura narrativa meno saltellante e più fluida. Le new entries nel cast se la cavano benissimo; e finalmente, possiamo ammettere di avere di fronte il primo villain Marvel veramente degno di questo nome dai tempi di Loki, capace di mettere i nostri in difficoltà come il maligno Ronan nel primo film non aveva mai potuto.
Per di più, le motivazioni di Ego sono anche abbastanza comprensibili: per tutta la vita è stato un essere unico, ed è vissuto da solo per tanto tempo che, fantasticando su come potessero essere altre forme di vita, l'unica forma di vita capace di soddisfarlo può solo essere una identica a lui. Si capisce allora come possa nascere in lui l'istinto di volersi espandere all'infinito, finché l'unica cosa che ancora esisterà sarà solo lui, visto che lo ha identificato come lo scopo della sua vita, quando in realtà sono soltanto il prodotto della solitudine e della delusione.
Inoltre, anche le capacità registiche di Gunn si sono affinate, e questo è evidente soprattutto nelle scene d'azione, esagerate e mai così fumettose, specialmente nel roboante e quasi apocalittico terzo atto, il quale riserva anche una o due sorprese sul versante narrativo, inaspettate ma non sgradite. La colonna sonora si mantiene sui livelli del primo, e ancora sono costretto ad ammettere la mia ignoranza in materia, visto che anche qui c'è solo una canzone che conosco (non dirò qual è). Certo, qua e là ci sono alcuni momenti che fanno il verso a scene del predecessore, ma sono comunque scene molto simpatiche e non da fastidio. L'unico difettuccio, se proprio ne devo trovare uno, sta in alcuni, brevi istanti in cui si preferisce enfatizzare troppo certe scene con scelte stilistiche che ho trovato discutibili,
Quando Quill e suo padre "giocano a palla", si fa un uso inconveniente del ralenti, e nella scena in prigione, quando Yondu fa il suo monologo, sarebbe stato meglio togliere la musica.
ma non danneggiano troppo l'esperienza. Forse dovrei anche citare le scene dei titoli di coda (ben cinque!), ma per lo più si tratta di simpatici siparietti o richiami ai fumetti che solo i nerd riconosceranno. Che altro posso dire, se non di correre al cinema più vicino e gustarvi questa bellissima gemma; altri la penseranno diversamente, ma per quanto riguarda me, credo di aver appena trovato il mio film preferito (e senz'altro uno dei migliori) dell'MCU.
bulletheory 08/05/2017 23:40:19 » Rispondi Dieci minuti di applausi. La penso esattamante come te!