Dom Cobb 7 / 10 07/04/2017 18:52:56 » Rispondi Nel lontano futuro, l'umanità ha completamente abbracciato la tecnologia e la usa per migliorarsi a livello fisico e restare connessa a una sorta di rete mondiale. Il prossimo passo è il trapianto di un cervello umano in un corpo robotico: il primo del suo genere è il Maggiore, la quale viene messa a capo di una sezione di cacciatori di cyberterroristi e si trova a combattere contro un misterioso nemico... Da spettatore digiuno sia dell'anime che del manga dai quali il film è tratto, posso dire che le mie aspettative erano forse più ottimiste di quelle della maggioranza, dato che i trailer sembravano tutti promettere bene. Non c'è ragione di lasciarsi toccare da paragoni con l'originale, che rappresenta più un cult di nicchia che un successo internazionale, o dalla decerebrata polemica sulla razza della protagonista, la quale va ad abbinarsi insieme alle patetiche "pretese gay" dell'ultimo remake live-action della Disney come ulteriore segno della progressiva decadenza dell'intelligenza umana. Se il film funziona stando sulle proprie gambe, tanto mi basta. A livello visivo, si tratta senza dubbio di un film straordinario: a suo tempo, il regista Rupert Sanders era riuscito a nobilitare il mediocre Biancaneve e il Cacciatore con un talento visivo mozzafiato, e anche qui riesce quasi a bucare lo schermo fra effetti speciali incredibili, fotografia da urlo ed elegantissime scenografie. Si notano chiaramente le influenze di film come Blade Runner, ma tutti questi elementi Ghost in the Shell riesce a renderli propri senza risultare derivativo (se avete l'occasione di vederlo in IMAX, fatelo).
Basta pensare alle insegne pubblicitarie trasformate in insegne olografiche in tre dimensioni.
A contornare il tutto, un'ammaliante colonna sonora di Clint Mansell e un cast che sa il fatto suo: a parte la Johannson, una garanzia in ruoli del genere, si distinguono il suo ambiguo superiore Takeshi Kitano, e soprattutto il Batu di Pilou Asbaek. E' grazie a loro se i personaggi riescono ad ottenere un livello di profondità che la sceneggiatura offre solamente a tratti. Già, parliamo della storia, dato che finora l'aspetto narrativo è stato criticato un po' da tutti, sia i novellini che i fan dell'originale: in effetti, è vero che i temi sull'uomo e sulla macchina, già vecchi come il mondo, qui vengono affrontati in un modo molto poco originale, e il modo in cui ci si limita a ribadire l'importanza dell'"umanità" come elemento determinante che separa uomini e macchine sa un po' di banalotto e di compitino fatto senza molta creatività. Qua e là ci si lascia anche sfuggire un paio di possibilità narrative che avrei trovato davvero intriganti,
Anziché lasciar morire Kuze così, non sarebbe stato affascinante se il Maggiore avesse accettato di fondere il proprio Ghost con il suo e diventare quindi una specie di miscuglio dei due?
Però, nel puro svolgimento della trama e nella risoluzione del mistero, anche quello un po' già visto in realtà,
Alla fine è sempre la solita storia della corporazione industriale marcia dentro che sfrutta le persone per il proprio comodo guerrafondaio e bla bla bla.
ammetto di esser stato molto intrattenuto e interessato, e questo sia per il reparto tecnico che per lo spazio dedicato ai personaggi: il film è pieno di brevi, piccoli momenti che dicono così tanto su di loro. Che sia in un rapido scambio di battute, nella cura di Batu per i bassotti e nell'insistenza con cui chiede al Maggiore di dar loro da mangiare al posto suo, o nell'insolito rapporto madre-figlia tra il Maggiore e il suo creatore/dottore, fino allo svelamento del passato della protagonista, i personaggi non smettono mai di essere interessanti e mantengono vivo il coinvolgimento nella vicenda. In questo aiuta il fatto che il film preferisce mantenersi su atmosfere thriller piuttosto che action, con scene d'azione centellinate e relativamente brevi, e il fatto che le idee, sebbene in stato embrionale, ci siano comunque. Anche se il pieno potenziale della premessa non viene mai raggiunto, c'è abbastanza per soddisfare lo spettatore casuale.
Inoltre, non manca qualche colpo di scena nel secondo atto, sia sull'identità di uno dei cattivi, che sulla sorte di qualcuno dei personaggi: ad esempio, chi crede che la dottoressa sia una cattiva, rimarrà deluso, e chi pensa che l'auto del capo della Sezione 9 salterà in aria uccidendolo, resterà piacevolmente sorpreso nel vederlo sfoderare il proprio lato badass.
In un'era come quella di oggi, dove un'opera è o un capolavoro o un disastro, in un'era dove non ci sono più le care vecchie vie di mezzo, ecco un'opera che rappresenta perfettamente questa via di mezzo. La storia non è niente di esaltante, ma alcuni tocchi intelligenti e un lato tecnico superbo lo rendono un'avventura più che godibile.