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LA CURA DAL BENESSERE regia di Gore Verbinski

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Macs     5 / 10  13/08/2017 11:16:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un pastrocchio troppo ambizioso questo lavoro di Verbinski, che tenta di rimettere in piedi i fasti dei thriller/horror anni '70, fuori tempo massimo. Non è un film esente da pregi, per esempio la fotografia desaturata, le inquadrature suggestive e l'eccellente colonna sonora - il motivetto cantilenante che fa il verso a quello di Rosemary's Baby è parecchio inquietante. Purtroppo i difetti sono però molti di più: l'impianto narrativo è lacunoso ovunque, manca di coerenza e di verosimiglianza. L'eccessiva lunghezza del tutto non aiuta: Lockhart come personaggio ha un'evoluzione, che (molto, troppo) lentamente lo porta a un certo grado di consapevolezza ma che manca di continuità. In una scena pare rinsavito, in quella successiva di nuovo vittima della "cura": alterna follia e lucidità senza un'apparente ragione. La storia zoppica da moltissimi punti di vista, impossibile elencarli tutti, e molti, troppi "dettagli" nemmeno marginali sono lasciati cadere nel vuoto mentre dovevano essere raccontati con più attenzione. Si gioca anche con l'ambiguità di qualche simbolo, come quello dell'acqua sorgente di (lunga) vita ma anche causa di morte, o quello della ballerina, che pervade tutto il film ma non ha uno sviluppo chiaro né un significato percepibile. E' come se Verbinski si fosse fatto prendere la mano dal materiale narrativo, senza riuscire più a controllarlo, mischiando generi e finendo solo per fare confusione. Perdendo lucidità nel corso della realizzazione del film - in un percorso molto simile a quello dei "pazienti" della storia, dal loro arrivo alla clinica in poi. Il film è pieno di citazioni e auto-citazioni, non ultime quelle a Gli Orrori del Castello di Norimberga nonché a The Ring stesso, e il finale, per quanto molto grottesco, potrebbe anche starci. Il problema principale è quello che è venuto prima: storia raccontata con approssimazione, ripetitività delle scene chiave, scarsa verosimiglianza fino a quando il film intende mantenersi sui binari del realismo.

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