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WYATT EARP regia di Lawrence Kasdan

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barbuti75     7½ / 10  06/05/2010 11:12:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film - A quasi cinquant’anni dalla sua prima apparizione sullo schermo, lo sceriffo Wyatt Earp torna grazie a Lawrence Kasdan, che decide di scavare nel passato dello sceriffo anziché soffermarsi sulla sparatoria di Tombstone già sviscerata in modo eccellente da John Ford nel suo “Sfida infernale” del 1946.
Operazione davvero coraggiosa, perché Ford diede una delle migliori interpretazioni cinematografiche a questa leggenda, grazie anche a un monumentale Henry Fonda, perfetto nell’incarnare un uomo che ha dato la sua vita per la legge.
Kasdan però affronta una tematica a noi ancora sconosciuta, o meglio sempre poco approfondita…perché questa ricerca della giustizia??? Perché questo bisogno di salvaguardare i legami familiari??? Perché rischiare la vita per qualcuno che non ti deve nulla?
Le risposte ci arrivano dal suo passato tormentato e burrascoso, da un’adolescenza vissuta in modo quasi ascetico all’ombra di un Padre padrone che già tutto aveva deciso per lui (interpretato dal sempre straordinario Gene Hackman), da un matrimonio infelice e tragico che fa naufragare l’ideale in cui aveva sempre creduto, da una maturità dedita all’unica cosa che il padre gli aveva sempre insegnato a rispettare…l’unica cosa in cui credere oltre alla famiglia…la legge.
Avendo fallito nella prima…avendo perso la moglie in circostanze dolorose e traumatiche, Earp cerca di dare il suo contributo alla società come se volesse espiare il peccato per non aver costruito quello che il padre anelava per lui…una famiglia e un lavoro onesto e rispettabile come avvocato.
In questa sua avventura, nella quale parte solitario, si ritrova affiancato dai suoi fratelli…l’unico legame che gli resta con le sue radici…i suoi fratelli che sono sempre al suo fianco in ogni momento della sua vita.

Purtroppo questo bel western non è mai stato apprezzato, forse per l’interpretazione un po’ gigiona e monocorde di Costner (che vinse un razzie per peggior attore proprio per questo film) che non riesce a dare al suo personaggio il salto di qualità che la sceneggiatura gli proponeva, forse per l’eccessiva dilatazione dei tempi di narrazione imposti da Kasdan, amante dei campi lunghi, dei paesaggi a tutto schermo e dei dialoghi serrati e prolissi.
Nonostante questa pecca, il film si avvale dell’interpretazione di grandissimi attori quali Gene Hackman (nel ruolo del padre come ho già detto prima che si staglia dallo schermo con la sua consueta imponenza regalandoci per mezz’ora abbondante un uomo all’antica, gretto e rude, ma misericordioso e pio nel ringraziare un Dio che gli riporta sani e salvi i figli dalla guerra con un ritratto che ci permette di continuare a seguire le orme del figlio Wyatt nelle due ore e mezza successive alla sua uscita di scena), Michael Madsen (nel ruolo del fratello maggiore degli Earp, forse un po’ monolitico nell’espressione da vissuto uomo del west, ma questo è quello che Kasdan gli chiede), ma soprattutto di un monumentale Tennis Quaid che nella sua interpretazione di Doc Holliday ruba letteralmente la scena al povero Costner tutte le volte che vengono inquadrati insieme dal regista. Quaid è superiore al Doc Holliday di Victor Mature diretto da Ford, è più credibile di quello di Kirk Douglas diretto da Sturges, è più umano di quello di Val Kilmer diretto da Cosmatos.
Doc Holliday è un uomo malato, senza amici che trova rifugio nel cuore della famiglia Earp diventando senza esserlo il sesto membro della famiglia, l’unico vero amico di Wyatt al di fuori del sacro cerchio.

Concludendo non posso che consigliare la visione di questo western a tutti gli appassionati del genere, pregandoli di non aspettarsi un film fatto di sparatorie e massacri, ma una pellicola che parla dell’America…di un sogno americano che non sempre si può realizzare, della fine di un’epoca che ahimè non tornerà mai più…questo è Kadan…un regista che racconta e che sa farsi ascoltare.