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BOJACK HORSEMAN - STAGIONE 3 regia di J. C. Gonzalez, Amy Winfrey, Adam Parton, Mike Hollingsworth

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hghgg     8½ / 10  22/04/2017 12:54:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La terza stagione, la più intensa. Chiude tante porte ma ne lascia aperta una più grande nel finale, l'ennesimo punto interrogativo posto sulla nuova epifania di BoJack e sul cosa verrà questa volta fagocitato dal suo vortice di auto (e non) distruzione, quale idea, quale aspirazione, quale sogno.

Si muove su territori di nuova consapevolezza "BoJack Horseman". La serie ha avuto successo, ha un seguito, ha la considerazione della critica e più che mai può permettersi di giocare, sperimentare ed esagerare. Può anche proiettare le storie dei suoi personaggi su un piano più alto della critica ai sistemi hollywoodiani, giungendo così alla centrale storyline di BoJack e la cerimonia degli oscar.

Sperimentare, dicevo. Come nella suggestiva puntata "Fish Out of Water", episodio inserito nel contesto centrale della promozione del film "Secretarian" con BoJack a visitare in una maschera di rimorso e falsità i festival più bizzarri e disparati, come questo, appunto, nella città sottomarina dove vivono tutte le specie di pesci e mammiferi marini ecc. Episodio quasi completamente muto, fatto solo di animazione, gestualità ed estetica, sfruttando la splendida ambientazione sottomarina. In realtà anche tutto questo è un pretesto per la gag finale che prende di mira BoJack, eppure permette la creazione di un episodio di grande suggestione e fascino, dove, privato della parola, BoJack da moralmente il meglio di se, per una volta; anche nel tentativo, fallito ma sincero, di riappacificazione con Kelsey Jannings.

L'incapacità di comunicare che BoJack mostra continuamente qui in qualche modo è giustificata e questo tira fuori il lato migliore di lui. Ottimo episodio.

Esagerare, ho detto anche. Come nelle gag, ormai sempre più eccessive e incredibili, ad esempio con il coinvolgimento dell'inossidabile Margo Martindale e dell'ovvio Mr. Peanutbutter. La valanga di spaghetti in cottura che rischia di distruggere la città sottomarina è un eccesso dell'assurdo non da tutti i giorni, piaccia o meno, tanto più per il modo in cui si risolve, dando perfettamente un senso (si, come no, un senso...) alla raccolta di scolapasta del nostro labrador preferito.

Come sempre ci sarebbero tante cose da citare o da dire ma quelle vanno scoperte guardando gli episodi, inutile fare l'elenco di tutti i tipi di carne messi al fuoco e della continua evoluzione dei rapporti tra i vari personaggi.

Soltanto una doverosa citazione alla parodia sul meccanismo d'assegnazione degli oscar, semplicemente da applausi, una parte della storia che va citata perché sarà proprio alla fine di questa parte di storia, dopo la gaffe di Mr. Peanutbutter agli oscar (che pure tanta ilarità ha scatenato), che inizierà il Black out più tremendo per BoJack, apparentemente senza ritorno che porterà agli avvenimenti e alle conseguenze degli ultimi due episodi "That's Too Much, Man!" e "That Went Well".

E allora parliamo un po' di Sarah Lynn. Fin dalla prima stagione personaggio con delle coordinate fin troppo chiare e con un finale fin troppo ovvio che aspettava all'orizzonte; quasi scontato se vogliamo, come personaggio, vista l'ambientazione della serie.

Eppure Sarah Lynn è un personaggio molto forte e molto bello; Sarah, l'attrice bambina protagonista insieme a BoJack di "Horsin' Around" la sua "figlia" minore, che poi è cresciuta e si è persa. Si è persa perché lei non è nient'altro che un ritratto che unisce tutte quelle giovani star che Hollywood ha visto negli anni, quasi tutte dimenticate oppure vittime di un finale prevedibile, giovani "stelle" schiacciate troppo presto da un mondo troppo grande e spietato per loro. Sarah Lynn è Judy Garland è River Phoenix è Drew Barrymore è Corey Haim e la lista potrebbe continuare a lungo.

Il rapporto tra BoJack e Sarah è stato splendido e drammatico, confuso e combattuto per tre stagioni e per molti anni: affetti negati, responsabilità dimenticate, rimorsi e rimpianti. Il finale all'osservatorio è una conclusione così scontata, eppure così da brividi. E, anche se troppo tardi, alla fine BoJack e Sarah qualcosa di loro lo avevano capito (come Diane, l'unica che alla fine resterà legata a BoJack). BoJack di sicuro. Il mare di rimorsi e lo slancio d'umanità nel voler aiutare un altro dei suoi ragazzi nel girare "Ethan Around" però non è abbastanza: che BoJack abbia capito, sebbene a scapito della fine tragica di una persona a cui, a modo suo, teneva molto, lo vediamo nel dialogo con questa nuova bambina attrice protagonista di "Ethan Around". Specchio della piccola Sarah Lynn vent'anni prima, quella frase innocente provoca una rottura definitiva in BoJack, panico e rimorsi che lo soverchiano, e allora il finale è una corsa liberatoria che chissà resterà forse solo un desiderio, un impulso, o forse no.

Finale bellissimo, per una serie animata americana che finalmente dice molte cose, fa ridere, commuove e tira rasoiate qui e lì senza mettere in scena la solita disfunzionale famiglia americana alla Simpson, abusata ormai da troppi epigoni non all'altezza.

Un piccolo capolavoro che proseguirà quest'estate con la quarta stagione e non vedo l'ora di vedere cosa potranno inventarsi. L'autodistruzione non è finita, temo.