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BOJACK HORSEMAN - STAGIONE 1 regia di Joel Moser, J. C. Gonzalez, Amy Winfrey, Martin Cendreda

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hghgg     8 / 10  03/04/2017 23:34:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una serie che dice qualcosa di nuovo o meglio che fa vedere le solite cose ma in modo diverso e lo fa bene, nonostante i timori di trovarsi di fronte all'ennesima copia sbiadita dei vari Simpson e figli. Bene, non è stato così. Questo cinico ritratto di Hollywoo(D), delle star dello spettacolo, dello show-buisness e questa narrazione della continua caduta nel baratro di un ex-stella della televisione è anzi magari più accomunabile ad un "Maps to the Stars" di Cronenberg e, visto la salsa dell'animazione e degli animali antropomorfi, allo strepitoso "Meet the Feebles" di Peter Jackson.

Mi viene di accomunarli per sensazioni personali, non so quali effettivamente siano state le ispirazioni di Raphael Bob-Waksberg, creatore della serie.

Una serie, è il caso di dirlo, a briglie sciolte, che risparmia ben poco allo spettatore e che supera molto facilmente il muro fatto di ironia e gag surreali (alcune spassose, ma non sempre) per arrivare al cuore drammatico della serie. BoJack Horseman è uno dei personaggi televisivi più forti creati almeno nell'ultimo decennio, mediocre attore di una mediocre sit-com ormai fallito seppur immerso nella sua non indifferente ricchezza, invischiato in una spirale di autodistruzione inarrestabile, inesorabilmente destinato a trascinare con se chi gli sta accanto.

La scelta di utilizzare come modello una società in cui varie specie di animali antropomorfi ed esseri umani convivono come nulla fosse oltre che ad aumentare il senso di bizzarria generale della serie è più che altro un motore inesauribile di gag, anche perché questi personaggi-animali si comportano esattamente come ci si aspetterebbe da quel tipo di animali: ed è così che dei piccioni che aspettano l'autobus alla fermata spiccano il volo spaventati da forti rumori, che Mr. Peanutbutter è effettivamente un gioioso, ingenuo, affettuosissimo e tonto cagnolone labrador assolutamente irresistibile, che Princess Carolyn si affila gli artigli e gioca con i gomitoli di lana, e così continuando.

Eppure tutti questi personaggi, animali e umani, con le loro ambizioni, il loro cinismo, le loro debolezze, paure, soprusi, sono anche incredibilmente vivi, veri, tridimensionali, scritti benissimo, figure di eccellente livello, ottimi personaggi.

E questo è un miscuglio di elementi che contribuisce a rendere grande questa serie tv.

Sebbene mal sopporti il parlato americano moderno (in generale, al di la dei 1000 idiomi) che sento almeno nelle serie tv statunitensi, dove oltre a mangiarsi metà parola di ogni frase parlano praticamente per slogan, abbreviazioni e sigle e sembrano tutti dementi, mi sento di lodare anche il cast di doppiatori, che tutto sommato fa un buon lavoro, di carattere: dal carismatico protagonista di Will Arnett alla Diane della splendida Alison Brie, passando per l'esilarante Todd di Aaron Paul.

Eccezionale, a volte, l'uso delle guest-star, attori o celebrità varie che spesso hanno partecipato al gioco doppiando loro stesse (Naomi Watts nella seconda stagione) o che altre volte sono servite come elemento per gag e puntate stupende (la puntata di Boreanaz, sarà anche per motivi miei, ma mi ha ucciso dal ridere); a volte questi personaggi noti, doppiati da loro stessi, diventano più che semplici guest-star. Ed ecco lo strepitoso personaggio della celebre attrice caratteristica Margo Martindale, che doppia una versione decisamente eccessiva ed esilarante di se stessa con grandissima autoironia: da spanciarsi questo personaggio.

I personaggi da citare sarebbero tanti, ci sarebbe da parlare di Sarah Lynn, questo ritratto che è un ritratto di tutti i River Phoenix, i Maculai CosoCulchin e le Drew Barrymore di questo triste mondo dello spettacolo, ma per parlare di Sarah Lynn meglio rimandare, magari alla terza stagione, magari...

Poi gli episodi. L'autodistruttività di BoJack, i suoi rapporti con Todd, Diane, Carolyn. Le storie degli altri, Diane e Mr. Peanutbutter, la stupenda puntata della D in cui Hollywood diventerà e resterà Hollywoo, la biografia di BoJack, Secretarian nel finale, il viaggio allucinatorio sotto stupefacenti, catartico e rivelatore, con tanto di bellissimo omaggio a Schulz e ai suoi "Peanuts", vera chicca di quella puntata.

C'è tanto da guardare anche solo in questa prima stagione di "BoJack Horseman", c'è anche il bel tema d'apertura. Bello che ne abbiano fatte altre due, bello sapere che ce ne sarà una quarta.

Prodotto da tenere in considerazione.