Matteoxr6 5 / 10 04/11/2016 00:15:28 » Rispondi Soggetto di un dramma esistenziale concentrico dalle ottime potenzialità, soprattutto alla luce della caratterizzazione dei due protagonisti, in versione dualistica, stilema a cui Bergman è evidentemente affezionato. Brevissimo, nemmeno un'ora e venti di pellicola, ma sufficiente per provare noia e una certa perplessità distaccata. Attribuisco il primo sentore alla considerazione che faccia parte della cosiddetta trilogia, che non ho ancora avuto modo di completare (ma lo farò presto); il secondo è probabilmente dovuto alla mia sanità mentale, per cui le vexatae questiones delle angosce esistenziali le vivo nella costellazione razionalistica della filosofia (tenendo a mente di essere un dei sei miliardi di mediocri su questa Terra, s'intende). Ammetto di non aver avuto, sin ora, un rapporto felice con il cinema di Bergman, che però mi interessa e di cui sicuramente apprezzo lo stile registico, che qui non fa eccezione, con le sue inquadrature essenziali, contrapposte e intimistiche.