IperBark 6 / 10 27/02/2017 14:31:10 » Rispondi Tagliamo subito la testa al toro: questo "T2" non è un brutto film, ma siamo lontani anni luce dalle atmosfere e dalle emozioni trasmesse dal primo. Andiamo con ordine. Sono passati 20 anni dagli eventi di "Trainspotting" e praticamente nulla è cambiato nei protagonisti: Spud è ancora tossicodipendente, Begbie è ancora violento e molto, molto stupido, Sick Boy continua a vivere di espedienti, sostituendo la dipendenza da eroina con quella da coca. L'unico che è cambiato, o che almeno ci ha provato, è Mark, fuggito ad Amsterdam con l'enorme bottino del primo film e che ha "scelto la vita". La trama, molto simile alla seconda metà della prima pellicola, è lineare e molto semplice, scorre senza problemi, e già qui si nota la differenza con "Trainspotting": lì era tutto più "nebbioso" e spezzettato, quasi a ricreare nello spettatore gli effetti di una dose di eroina. Proprio quella sensazione di malessere che il primo film dava allo spettatore con la regia e con le scene forti (una su tutte, la morte del neonato), in questo sequel manca quasi totalmente. Sono solo due le occasioni che "disturbano", ed entrambe riguardano il miglior personaggio di questo seguito, ovvero Spud:
una è quando lui inizia il percorso di disintossicazione, con la sua ombra che curva, simile ad un Gollum di tolkieniana memoria, continua ad armeggiare con le dosi di eroina, mentre uno Spud in astinenza soffre in un angolo. L'altra è quando Mark e Sick Boy si fanno una dose, mentre Spud li fissa terrorizzato e quasi in stato catatonico
Nessuna di queste due scene però raggiunge le vette del primo film, e anzi sono inserite in un contesto "simpaticone", con troppi momenti di leggerezza e troppe battute per lo stile a cui ci aveva abituato "Trainspotting": quello non faceva ridere, anche le scene più grottesche (Mark a casa della minorenne, che qui fa un cameo completamente inutile, o Spud che ha un attacco di diarrea nel sonno nel letto della fidanzata) lasciavano un senso di disagio più che di divertimento. Alcuni buchi nella sceneggiatura poi non aiutano
Begbie, condannato a 25 anni di carcere (ne deve scontare altri 5) per omicidio, fugge nella maniera più scontata possibile e non c'è nemmeno una scena della polizia che lo cerca? Davvero non vanno a controllare nel posto più banale, ovvero la casa di moglie e figlio, e lui può girovagare tranquillo per la città?
Un'operazione nostalgia che strappa più di un sorriso con le sue innumerevoli citazioni (il discorso "Scegliete la vita" 2.0, la colonna sonora del primo film fatta risuonare brevemente più volte, le tantissime scene di "Trainspotting" tagliate ed inserite nel contesto), ma lascia un senso di incompiutezza e di star vedendo un film completamente diverso, anche nel genere, dal primo.