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YOUR NAME regia di Makoto Shinkai

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Mauro@Lanari     7 / 10  09/12/2019 18:25:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1996: "La cura", musica di Battiato, testo di Sgalambro. Siam'in quei paraggi con le dovute modifiche, una "love story" dal sentimentalism'onirico e misticheggiante per eludere la dolorosa realtà (Fukushima 2011). 'Sta "cura" funziona come confort'emotivo ed empatia consolatoria, manc'azzarda l'abbozzo d'una soluzione vera. "Body swap" inutile (a cosa serve la reciproca comprensione nel pantragismo? Visto mai ch'invece le nostr'identità debbano essere trascese?), molto "Dolls" (Kitano 2002) col fatalismo nel rapport'intersessuale simboleggiato da un analogo "fil rouge", ecatombe di "Sliding Doors" (Howitt 1998), nominalismo e panlinguismo alla Eco ("stat rosa pristina nomine"), l'MWI d'Everett III citata giusto per bilanciare con una spolverata di scientificità le credenze magiche tramandate dalla cultura tradizionale (identico espediente usato nel 5° episodio della 1a stagione di "Stranger Things"), sceneggiatur'a tratti pasticciata, caratteri caricaturali, claustrofobico amore di coppia che solo nella sottotrama s'apre pure agl'altri, eutopia ancor'una volta declassata dal Vivere al sopravvivere, l'edificatorio che s'arresta all'affettività (psichica, mentale, gnoseologica) e non prolunga verso l'ontologia. Sintetizzando, un "film lenitivo", uno dei tanti, troppi "feel-good movie". Il dramma più grave è che di proposte men'indecenti in giro ce ne sono troppo poche.