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SILENCE regia di Martin Scorsese

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marcogiannelli     9 / 10  31/01/2017 21:54:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Silence è un film oltre il contesto (che esso sia storico, politico o religioso) che parla dell'Uomo, della Fede e di mille altre cose usando quel contesto "solo" come sfondo.
Silence mi ha ricordato tantissimo il viaggio di Apocalypse Now, forse coadiuvato anche dal bellissimo paesaggio, con quelle scene nella nebbia che ci accompagnano per un periodo molto lungo nel film, e, più in generale, dalla maestosità delle immagini.
Silence è sicuramente un film intimo, qualcosa che il regista voleva girare da tantissimo e si vede dal fatto che invece di scadere nella violenza per raccontare la vicenda, il film sia impostato in modo che il tutto sia riflessivo (e noi rimuginiamo attraverso il protagonista).
Il tutto senza mai dei cambi importanti nel ritmo e soprattutto di una colonna sonora, stranissimo caso per un film del genere.
I personaggi sono tutti ben sfaccettati, non sono buoni o cattivi, anche quelli che apparentemente lo sembrano, hanno tutti delle motivazioni per le proprie scelte difficili. Il personaggio più grande è però il dubbio, che accompagna Rodrigues nelle lettere a Padre Valignano, sempre crescente nel corso dello svolgimento degli eventi. Scorsese dimostra un profondo rispetto per la religione buddhista e per la cultura del popolo orientale. Così tanto che in un film cristiano viene fatto notare come anche i gesuiti vogliano a loro modo imporre la propria dottrina. Ma le sfaccettature sono fin troppe, anche per quanto riguarda quei personaggi che stanno nel mezzo e che forse soffrono più di tutti, i Christian, i giapponesi cristiani, tra cui spiccano le figure di Kichijiro e Mokichi; il primo sembra un po' il cristiano tipo, colui che vive egoisticamente sperando sempre nel perdono divino, il secondo (ma come lui altri cristiani che non abiurano) convinti della propria fede, più forse del protagonista stesso che dovrebbe esser lì per insegnare a loro come essere cristiani.
La scena che conferma quest'impressione è quella in cui Rodrigues guarda 5 prigionieri rifiutare di abiurare, e fanno tutto ciò guardando lui, vero loro punto di riferimento, che spesso nel film rimanda alla figura di Cristo. Ma le scene magnifiche si sprecano, da quella in apertura, a quella dei Christian giustiziati in un modo particolare, alla scena di estrema fede di Garupe, sino a quella della sconfitta. E mi dispiace non poterne citare di più, ma ogni minisequenza è carica di un profondo significato.
Uniche note stonate, il doppiaggio di alcuni personaggi giapponesi e gli attori. Non per quanta riguarda le interpretazioni, sia chiaro, Scorsese dirige sempre perfettamente i suoi attori. Ma alcuni interpreti sembrano troppo imparruccati, è evidente che sotto padre Rodrigues si nasconda un ragazzo belloccio di questi tempi e non un gesuita.