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ED WOOD regia di Tim Burton

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Rollo Tommasi     9 / 10  18/10/2014 14:58:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tim Burton è un regista di enorme talento, che ha fondato il suo successo su di un brand, una sorta di marchio d'autore che imprime i suoi prodotti con un ingrediente magico, che crea nel pubblico una sorta di ipnotica assuefazione: la cupezza, il lugubre, l'avvolgimento nella tenebra, come metafora di uno stato psicologico, l'emarginazione della diversità, che generalmente si presenta allo spettatore come preludio al mistero.
La formula che ha reso Burton uno dei registi più ammirati consiste proprio in questo, l'immersione in un universo in cui disagio ed inadeguatezza dei protagonisti, sottobosco di un tumulto interiore, creano empatia nello spettatore, ma anche l'attesa di un'avventura, la promessa di un evento catartico che riporti ordine nel caos..
"Ed Wood" è, appunto, un film dedicato all'inadeguatezza ed all'emarginazione del diverso, ma decide di focalizzarsi su un modello di essere sconfitto, l'anti-eroe mediocre che vive di sogni destinati ad infrangersi.
"Ed Wood" risulta, forse, il meno "burtoniano" tra i suoi film, in parte per il ritmo da commedia nera grottesca, che lambisce tematiche sociali, come l'abuso di droghe e le deviazioni sessuali, invero poco esplorate dal regista; in parte perchè il candore del protagonista fallito rasenta una zona di limbo tra la simpatia e la compassione, cioè la pateticità, che contribuisce a stingere costantemente l'aura fiabesca da sospensione della realtà che di solito accompagna, pur nella loro cupezza sepolcrale, i fondali dei film di Burton.
Come non notare una certa distonìa tra l'oltretomba immaginato ne La Sposa Cavadere, più allegro e pulsante di vita dei sobborghi della Londra "viva", e la Hollywood superba e satura di pregiudizi con cui si deve misurare Ed Wood?
Eppure, nella sua dura lezione di vita, "Ed Wood" colpisce per il calore dei contatti umani creati, per la comicità involontaria delle interazioni tra i vari personaggi, per il sapiente ricorso al bianco e nero scandito da musiche azzeccatissime, e per la straordinaria prova attorale di Martin Landau nelle vesti dell'ex divo Bela Lugosi, "per contrappasso" pietrificato nel ruolo che lo ha reso popolare, il Conte Dracula, e costretto (casualmente?) ad assumere morfina come un vampiro che si nutre di sangue.

Una nota finale: guardando il dvd masterizzato del film originale di Edward Wood, Plan 9 From Outern Space, si può apprezzare il lavoro magistrale di Burton nel riprodurre le scenografie posticce low budget ed il dilettantismo imperante degli attori scelti dal nostro "eroe".