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COME IN UNO SPECCHIO regia di Ingmar Bergman

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JOKER1926     6½ / 10  19/02/2014 02:32:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Come in uno specchio" è figlio di una specifica regia, illustre ed inattaccabile, la matrice fa capo a Ingmar Bergman, regista di altri lassi temporali.
Amare Bergman non è un processo semplice e scontato, anzitutto bisogna capire, o perlomeno afferrare, i disegni di tale regista, in un secondo momento, si può apprezzare in toto la proiezione e la morfologia di un prodotto.
Con questo del 1961 il discorso si fa subito imperterrito; "Come in uno specchio" è l'ennesima riflessione profonda di Bergman. La trama lascia i fatidici puntini sospensivi e allestisce un piano allettante per una sceneggiatura che sa destreggiarsi perfettamente andando ad evidenziare i lati dei personaggi con buonissime disamine comportamentali, psichiche e di simbolo.
Ad attorniare tutti e tutto una fotografia che definire comune arrecherebbe seri danni di intellettualità a chi scrive. La fotografia come sempre con Bergman si avvale di una corposa e debordante carica simbolica che decolla in ogni momento, sin dall'inizio. I colori, il bianco e il nero, allegati ad una coreografia ridotta e quasi sterile servono per dare maggiore potenza al messaggio al contesto dell'intelletto. La scena si nutre del dialogo, della riflessione, l'atmosfera quasi si genera da questi. L'atmosfera non è imposta ma è creata.
Dopo ogni riflessione ed ogni buonissima parola spesa per il prodotto cinematografico del grande ed infinito Bergman bisogna, nel limite, inoltrare piccole, minuscole critiche. Insomma, "Come in uno specchio", se paragonato ad altri film del genere, "Persona", "L'ora del lupo", non regge fino in fondo il confronto.
I concetti circa l'esistenza dell'uomo e la religione sono trattati in modo glaciale, le situazioni che si propongono sembrano essere più cruente suggestioni che imponderabili emozioni.

JOKER1926