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EL ALAMEIN regia di Enzo Monteleone

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M&S     10 / 10  29/11/2002 12:02:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prioprio mi fanno indignare i commenti come quelli di Passatore, perché denotano un fanatismo becero ed un falso sentimento patriottico. Non é sventolando una bandiera che si esalta l'amor patrio, ma poche parole spese a favore del proprio Paese possono valere più di qualsiasi inno. Le valorose gesta di TUTTI (capito? TUTTI!!!) quei ragazzi DEVONO essere ricordate con orgoglio, da qualunque fazione politica. Non combatterono per la gloria della Destra o della Sinistra, e certamente non sarebbero morti per esse. Si sono battuti per la loro dignità di Uomini, che chi li mandò in quell'inferno non aveva, rischiando, con la propria vergognosa condotta, di strapparla pure a loro. Come puoi permetterti di dire che i soldati della Pavia, della Brescia, della Bologna non erano "protagonisti di El Alamein" al pari degli eroi della Folgore o dell'Ariete? Chi sei tu per scremare gli uomini dagli Uomini? A parte il fatto che dovresti informarti un pochino di più, dato che la divisione Pavia era dislocata proprio nella parte meridionale del fronte, a ridosso della depressione di El Qattara, e non nelle retrovie. Questo, comunque, non li rende meno eroici. La morte in battaglia deve fare paura, deve lasciare sgomenti, nauseati, perché lì, sul campo, il sangue di un eroe é rosso come il mio ed il tuo... Credi che qualcuno possa distinguerlo da quello di un soldato morto nelle retrovie o su un campo minato? Io non credo che l'onore delle armi sia stato loro reso perché hanno smesso di combattere solo dopo l'ultima pallottola, ma perché sono rimasti laggiù per mesi, senza viveri, acqua, rifornimenti, munizioni, vestiti adeguati, lasciati soli persino dai tedeschi alleati. E nonostante quello, non si sono arresi, sono rimasti uomini, leali tra loro, e, soprattutto, con il nemico (molti sono gli episodi che testimoniano la generosità e la benevolenza nei confronti dei prigionieri, che spesso erano fucilati dai camerati tedeschi). E' questo che il film descrive, usando il ricordo del loro eroico sacrificio come monito a chi, come te (che ricordi molto il soldato Serra del film) si lascia ingannare dai clamori della narrazione epica che spesso viene fatta della battaglia. E poi, anche la Folgore ha uno spazio importante nel film, direi toccante: quando, dopo quella spaventosa battaglia notturna (che mi ha profondamente turbato per la drammaticità con cui é stata resa), ed i giorni successivi, in cui i morti ed i feriti numerosissimi continuavano a testimoniarne la crudezza, il tenente Fiore riceve l'ordine di ripiegare e ne parla con il parà della Folgore, lui risponde, senza clamori, senza toni enfatici, ma con una agghiacciante, rassegnata, ma invitta semplicità, che "Loro rimanevano a coprire la ritirata" ; io l'ho trovato struggente, e penso non si potesse rendere maggiore omaggio a quella divisione: una frase che vale qualsiasi sequenza di battaglia.
Il regista é stato bravissimo nel presentare la vita ad El Alamein, dipingendo ogni aspetto e tratteggiando i soldati in modo asciutto, senza retorica e melodrammi (tipici di un cinema di propaganda che non ci appartiene, per fortuna). I personaggi ne emergono forti e valorosi, ma anche umani, demotivati, soli. Il film rende pienamente giustizia a quei valorosi ragazzi, volutamente e vergognosamente dimenticati. E' uno dei più bei film di guerra di tutti i tempi!