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EL ALAMEIN regia di Enzo Monteleone

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Invia una mail all'autore del commento Passatore     3 / 10  28/11/2002 15:47:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vi allego unmio commento pubblicato dal Centro Studi "El Alamein"
Prima ancora di iniziare a redigere il mio commento, per correttezza nei confronti dei lettori, desidero fare due importanti precisazioni: innanzitutto ho svolto il Servizio militare come volontario Paracadutista nella Folgore.
In secondo luogo, ritengo opportuno precisare che, nonostante una serie di aspetti e di contenuti descritti nel film, nei confronti dei quali sono estremamente critico, reputo il film - tecnicamente - un buon film.

E proprio quest'ultima precisazione però, ad accendere in misura se possibile ancor più intensa, il sentimento di profonda indignazione nei confronti della particolare versione che il regista ha inteso dare alla vicenda di El Alamein.

Ho notato innanzitutto l'ennesima, amara, testimonianza del triste e dilagante fenomeno in virtù del quale l'Amor Patrio, sembrerebbe essere divenuto un sentimento desueto, patetico e melenso, del quale doversi quasi vergognare.
Non una bandiera, non un vessillo... la parola Italia si sente a malapena pronuciare un paio di volte.

Nonostante, di per sé, questo aspetto mi infastidica parecchio, in quanto proprio non riesco a comprenderne le radici e le ragioni, ciò che ritengo del tutto inaccettabile, è la deliberata omissione di quelli che furono i veri protagonisti della battaglia di El Alamein, ossia la Divisione Folgore e la Divisione Ariete.

Ora, ferma restando la libertà, artistica ed intellettuale, del regista di raccontare una storia diversa, di focalizzare l'attenzione su un gruppo di "non protagonisti" (come d'altra parte avvenne in Mediterraneo, sceneggiato dalo stesso Monteleone), di far vedere la battaglia anche attraverso gli occhi di quelli che, appostati nelle
retrovie, non si trovarono, ad esempio, nella condizione di dover attaccare i carri nemici con le mani nude, non ritengo corretto, tanto per cominciare dal punto di vista etico, non riconoscere a coloro che furono i veri protagonisti, il ruolo che svolsero nella celebre battaglia nordafricana.

Nel film di Monteleone, la Folgore svolge un ruolo da misera comparsa.

Dell'Ariete (che perse, dal primo all'ultimo, tutti i propri carri) si parla solo di sfuggita.

Letteralmente, si "accenna" solo un paio di volte alle gesta che compirono i nostri Ragazzi e, per giunta, quasi sottovoce, come fossero fatti ignobili sui quali dover sorvolare.

In un film che si intitola "El Alamein", un'omissione di tale livello e proporzioni è semplicemente VERGOGNOSA!

D'altra parte, i dieci minuti scarsi di scontri che si vedono nel film, dovrebbero forse rappresentare tutto ciò che fu la battaglia di El Alamein?

La battaglia vera è durata circa 15 giorni: come mai nel film quasi non ve n'è traccia?

Semplicemente perché la storia raccontata nel film, non è né la storia di El Alamein, né tantomeno la storia di chi ha combattuto quella battaglia.
In realtà è un vero e proprio falso storico in quanto nella depressione di El Qattara la Pavia non c'è neanche mai stata!

Quella narrata dal film è piuttosto la storia di un gruppo di soldati che, più che da un fiume in piena, si trova appena sfiorato dai deboli rigagnoli della battaglia vera.

Passati quei brevi istanti di scontro, il gruppetto inizia come il resto delle truppe italiane la propria, disperata, ritirata nel deserto.

In tutto questo, dell'eroica resistenza della Folgore, non si fa il benché minimo accenno.

La principale testimonianza di questa indegna omissione sta in alcuni (decisamente opinabili) numeri elencati al termine del film, e soprattutto nelle date che vengono riportate.
Nel film si riporta che la battaglia di El Alamein durò dal 23 Ottobre al 4 Novembre.
Questo è del tutto errato in quanto (vedi, ad esempio, la "Motivazione della Decorazione conferita alla Bandiera di Guerra del 186° RGT.PAR. "FOLGORE") per i Ragazzi della Folgore la battaglia durò fino al 6 Novembre!
Alcuni sparuti gruppi di paracadutisti furono intercettati addirittura il giorno 8.
Questa è la più palese dimostrazione che mentre tutti gli altri si erano ormai arresi da giorni, la Folgore combatteva e resisteva. Da sola.

Le stesse cronache inglesi dichiararono che la Folgore combatté fin quando fu sparato l'ultimo colpo.

Ora ammesso che il Sig. Monteleone avesse davvero sentito in cuore il desiderio di parlare della battaglia di El Alamein per ricordare il sacrificio dei tanti caduti dimenticati, mi chiedo: perché evitare di parlare della Folgore? Perché parlare di El Qattara? Perché parlare della Pavia (che se non sbaglio si trovava ben più indietro)? Perché mirare a questa ricerca di una versione alternativa (e discutibile, sia dal punto di vista storico che etico) a tutti i costi? Perché, nonostante siano passati ormai 60 anni, non dover riconoscere alle migliaia di caduti in battaglia l'onore che hanno meritato?

Quel che letteralmente mi ha mandato in bestia è l'arroganza, la presunzione, la mancanza di sensibilità, attraverso la quale il Sig.Monteleone sembra non avvedersi minimamente dell'enorme torto che il suo film arreca ai caduti in battaglia.

Ad un certo punto, il Volontario Universitario Serra, di fronte ad alcuni commilitoni caduti, elucubra una serie di considerazioni interiori sulla morte.
Egli riflette sul fatto che 'la morte è bella solo sui libri, la poesia nella morte non esiste, di fronte alla morte siamo tutti uguali, che la morte non è bella, la morte puzza.
E' innegabile che tutto questo sia profondamente vero, ma è a mio avviso altrettanto innegabile, che c'è una differenza precisa tra la morte con le mani in alto e la morte con le armi in pugno.
E' la differenza che divide gli uomini dagli Uomini.

Come precisato in apertura però, il film tecnicamente - è un bel film e questo mi addolora in quanto contribuisce ad accrescere ancor di più la mia indignazione.
Ho l'impressione che il Sig. Monteleone, per motivi che non voglio azzardarmi ad ipotizzare, con la propria versione alternativa, abbia mortificato il proprio talento e questo la dice lunga sul pregiudizio, il rancore, l'odio che taluni nutrono per la nostra amata Folgore.

Perchè scegliere un titolo come "El Alamein" se l'intento era ben altro?

Mi dispiace dirlo, ma tutto mi lascia pensare che il Monteleone abbia da una parte inteso raccontare la propria, discutibile, storia alternativa contro la guerra, dall'altra però, il becero soldo lo abbia indotto a sfruttare l'epico titolo "El Alamein" come specchietto per le allodole (...guarda caso pochi giorni dopo la commemorazione dell'anniversario della Battaglia).

Il Monteleone, dal momento in apertura che si affanna a precisare che l'opera è stata realizzata con i contributi europei e che il film è stato riconosciuto come documento di "interesse culturale", questa caduta di stile da bottegaio di quarta categoria
poteva pure risparmiarsela!

Vorrei rammentare al Sig. Monteleone che prima ancora del Sacrario mostrato alla fine del film (mi chiedo con quale coraggio), il Ten. Col. Par. Bechi Luserna scriveva di suo pugno:

"V è un certo punto del deserto di El Alamein, al Km. 42 della Pista dell'Acqua, un cimiterino, nudo, senza pretese architettoniche né steli votive; tanti tumuli allineati, delle croci di abete, dei nomi: tutto qui. Ma v'ha nel mezzo una semplice scritta che vale più d'una intera epigrafe: FOLGORE."

Par. Alessandro Bronzini - 186° Rgt. Par. "Folgore" Siena (12/93)