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GLI OCCHI DELLA NOTTE regia di Terence Young

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steven23     8 / 10  14/08/2014 17:45:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film che, per quanto mi riguarda, ha una certa importanza sul mio parere riguardo la Hepburn attrice... fino ad allora la consideravo una grande attrice, dopo questa prova (confermata poi da quella vista in "Sciarada") è divenuta semplicemente qualcosa di più, tanto da entrare nella "mia" cerchia delle più grandi.

Tolta la piccola premessa che cosa potrei dire che non abbia già detto il commento precedente? Il fatto di concordare praticamente su tutto rischia di portarmi ad essere ripetitivo... vabbeh, qualcosa dico comunque.
Per una volta vorrei partire dai difetti (a dir la verità piccoli) della pellicola. Uno riguarda sicuramente la verosimiglianza della vicenda, in certi passaggi messa in dubbio anche se mai in maniera troppo plateale; e, a tal proposito, Young non sembra nemmeno impegnarsi più di tanto per mantenere un realismo estremo. In fondo il suo obiettivo era creare suspence, e direi che c'è riuscito in pieno. L'altro è la sceneggiatura, sufficiente ma non certo solida quanto mi aspettavo.
Ma passiamo ai punti a favore. La regia senza alcun dubbio, sicura e priva di sbavature, e con almeno un paio di scene veramente notevoli, tra le quali spicca quella già citata da altri in precedenza, quando Susy elimina ogni fonte di luce presente in casa.
Io ho apprezzato particolarmente anche l'ambientazione quasi unica per l'intera durata del film; la conformazione dell'appartamento, unito alla cecità della protagonista, donano quel senso di opprimenza e impotenza utile per entrare ancor di più nelle pieghe della vicenda.
Altro punto a favore non può che essere la tensione, che aumenta sempre di più mano a mano che la vicenda si sviluppa fino a raggiungere picchi non indifferenti sul finale.
E poi, beh... poi come tralasciare il cast. Se il risultato finale è questo il merito va anche agli attori, due in particolare: il primo (non per ordine d'importanza) è Arkin, mai visto prima d'ora in un ruolo simile ma lo stesso estremamente convincente. La seconda ovviamente è la Hepburn, e non potrebbe essere altrimenti dopo la premessa. Interpretazione magistrale, forse la più difficile della sua carriera: nessuna sbavatura, espressività ai massimi livelli ma, soprattutto, grande preparazione della parte (tanto da aver frequentato una scuola per ciechi prima delle riprese) e capacità innata di non andare mai sopra le righe. E con una parte del genere il rischio era tutt'altro che remoto. Il risultato è meraviglioso, quello di una donna conscia del suo handicap (che, tra l'altro, il regista fa di tutto per mettere pesantemente al centro della vicenda) ma allo stesso tempo determinata a non farsi sopraffare da ciò che le sta accadendo.