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OCEANIA regia di Ron Clements, John Musker

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Peanuts02     9 / 10  11/08/2017 20:34:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, avesse creato il fenomeno creato da frozen!
Allora, innanzitutto anticipo che la recensione conterrà SPOILER, ma consiglio di leggere anche la mia recensione a frozen e biancaneve per poter capire i paragoni a cui mi riferirò.

La Disney decide nuovamente di ambientare una storia nei suggestivi ed esotici ambienti della Polinesia, ma stavolta si tratterà di una storia in puro tema fantastico.
La giovane Moana(scusate, ma userò il nome originale avendolo visto in inglese!), in seguito ad una strana carestia, decide di disubbidire al padre per lasciare la sua isola e ritrovare la fertilità della Madre Terra.

Partiamo dalla protagonista: Moana fa il cu*o alle stra-idolatrate Elsa e Anna.
Non c'è bisogno di calcare con il pennarello indelebile il suo essere una donna forte, perché l'uguaglianza tra uomo e donna in questo film è qualcosa di già presente, del tutto inutile da esaltare perché, giustamente, è più che naturale che uomo e donna siano sullo stesso piano!
Oltre ciò, vi chiedo di provare a sostituire il personaggio di Moana con un uomo. La storia cambia? No, per niente. Lo spirito del personaggio cambia? Neanche per sogno.
Questo significa solo una cosa: il personaggio rispetta una perfetta uguaglianza tra il sesso maschile e il sesso femminile, un'uguaglianza inappuntabile perché il suo essere donna non influenza affatto la trama! (non che ciò sia sbagliato, basta vedere Mulan, che si basa proprio sulla femminilità della protagonista)
E poi a Moana viene dato un percorso da seguire maturo e del tutto nuovo rispetto lo standard medio delle principesse disney.
Nella sua vita c'è un uomo da amare o un amore da raggiungere? Niente affatto, lo scopo della sua vita è aiutare la sua gente, è letteralmente superare i confini che le sono imposti, a suo rischio e pericolo, per il bene altrui! Oltre ciò, il personaggio incarna alla perfezione il desiderio dell'avventura e della scoperta, caratteristica solo da lodare.
Molti l'hanno paragonata a Pocahontas, ma io non lo penso affatto, sebbene visto superficialmente i loro percorsi possono sembrare simili.
La prima è la figlia di un capo tribù che s'innamora di un inglese e che riuscirà ad impedire lo scontro che appariva inevitabile, ma nonostante tutto deciderà di restare con la sua gente perché ha compreso che quello era il suo destino: salvare sia John Smith che il suo popolo, e nonostante possa anche scegliere dove stare decide di lasciare John Smith affinché possa tornare in Inghilterra a curarsi e perché guidare la sua gente è il suo dovere.
Moana invece la vediamo che fin dall'inizio si prepara a diventare capo del suo villaggio (notare che il dover sposare un uomo non viene neanche menzionato) ma desidera onorare i suoi antenati e le sue origini di navigatrice. Alla fine non ha nessun cattivo da sconfiggere, ma deve semplicemente (e letteralmente) mettere il cuore in pace al suo posto e deporre le armi verso un nuovo futuro, attraversando le acque che la dividono dal resto del mondo per dimostrare una volta per tutte il suo valore per il solo bene comune.

A me sembrano un po' diverse come strutture!
E soprattutto, il film mantiene uno standard molto umile, tipico dei primissimi film dello studio. Non si impone fin da subito come un'opera pregna di significato, ma lascia ciò allo spettatore mentre fa quello che deve fare la fiaba: intrattenere!
C'è un motivo per cui Biancaneve e Cenerentola sono fiabe e film che ancora vengono amate da grandi e piccini? Sì, cioè perché rappresentano l'apoteosi del concetto di fiaba, e la fiaba è proprio una forma di narrazione antica come il mondo, se non di più!
La fiaba basa tutto sul concetto di sensazione ed emozione, che purtroppo sembra essere sempre più frainteso (grazie anche a film come Frozen): se il principe riesce a trovare la bara di Biancaneve, non deve interessare il come sia possibile, ma il cosa stia succedendo in quel momento (leggere la mia recensione a biancaneve di cui parlo del ruolo del principe), quindi tutto si basa sulla percezione della situazione.
Tendiamo a fare un tutt'uno tra fiaba e fantasy, ma si tratta di due generi totalmente differenti.
Il fantasy segue una struttura narrativa complessa ed articolata, con un numero tutt'altro che limitato di personaggi e un approccio che segue una logica che si rifà al mondo reale.
La fiaba è caratterizzata invece da una struttura lineare e semplice, da un numero sufficiente di personaggi, da un messaggio da lanciare e dall'uso della logica delle emozioni (di cui ho parlato in biancaneve e suspiria).
Perché Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli sono tanto diversi? Perché il primo si propone come una fiaba, seguendone gli elementi chiave, mentre il secondo è un fantasy in piena regola.

E' possibile riuscire ad adattare una fiaba in un film fantasy, ma non tutti riescono a trasporre lo stile e il linguaggio della fiaba in un contesto che si oppone totalmente a questi concetti.
Frozen si basa (vagamente) sulla fiaba "La regina delle nevi", eppure vuole adottare lo stile di narrazione moderno che impedisce di sospendere l'incredulità (cosa che faresti guardando una fiaba) e portandoti a porti domande che ti fanno solo notare i buchi di sceneggiatura (di cui ho parlato già nella recensione di Frozen)

Oceania decide di tenersi sullo standard fiabesco, e molte perplessità passano indisturbate perché guardandolo sai bene che quella che vedi è una fiaba e in quanto tale ha naturali sfumature surreali.
Chi se ne frega se Maui ha sollevato il cielo e acchiappato il sole! Se tutto il resto del film avesse tentato un approccio "realistico", allora ciò sarebbero saltati all'occhio come buchi di sceneggiatura grossi come il cratere dell'Etna.

Il linguaggio delle fiabe è qualcosa che non va assolutamente tradito perché è da ciò che nasce la forma di narrazione da cui stai prendendo spunto.

Quindi, Oceania risulta un'opera umile ma spettacolare, dalle animazioni impeccabili, personaggi ottimi, musiche superbe e scrittura che dà vita a ciò a cui deve dare vita, cioè una pura e "semplice" fiaba!

Ho scritto questa recensione estremamente di pancia e quindi chiedo perdono per tutte le ripetizioni : )

P.S.
L'unico neo del film è forse il galletto sciroccato che, per carità, è anche divertente, ma non mi ha fatto impazzire più di tanto.