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PER MIO FIGLIO regia di Frédéric Mermoud

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5½ / 10  17/05/2017 09:01:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Thriller cupo dal ritmo compassato ambientato al confine tra Svizzera e Francia, il lavoro di Frédéric Memoud si concentra sull'elaborazione del lutto con annesso deviato desiderio catartico di una madre, alla quale è morto il figlio in un incidente stradale. Il suo obiettivo è risalire ai colpevoli dell'accaduto e fargliela pagare. Una volta individuati i pirati della strada si insinua nelle loro vite, desiderosa di comprendere se dietro alla facciata per bene di una commessa di profumeria e di un istruttore di acquagym si celi il rimorso e la devastazione per quanto accaduto.
La pellicola purtroppo gira spesso a vuoto, presentando figure e situazioni poco utili allo sviluppo della trama. Mermoud sembra volersi concentrare più sul'interazione tra Diane (la madre) e Marléne (la presunta colpevole), in apparenza distanti ma in realtà con parecchi punti di contato. Il loro rapporto però non viene mai centrato a dovere nonostante l'indiscutibile bravura di due signore del cinema transalpino come Nathalie Baye ed Emanuelle Devos.
Evidente ed encomiabile il non voler cascare nel patetismo spiccio, ma al tempo stesso la costruzione narrativa lascia più di un dubbio accumulando fatti che non giovano alle indagini della protagonista, tutto sommato indecisa sul da farsi sino alla fine. I personaggi di contorno sono poco interessanti, a partire dal consorte di Marléne, descritto in maniera decisamente grezza e manichea. Il finale, per chi avesse voglia di ragionarci sopra due minuti, non è poi così impossibile da dedurre, inoltre lascia abbastanza indifferenti nel suo scontato provincialismo pruriginoso.
il titolo originale si lega al caffè, il cui colore è quello della macchina che pone fine alla vita del giovane Luc.